Commento
Roberto Formigoni: “Non basta l’assegno per i figli. Il governo aiuti di più le famiglie"
Finalmente una buona notizia, dopo un'attesa di anni, sul versante delle politiche per la famiglia. Con voto pressocchè unanime il Senato ha definitivamente varato la legge delega già approvata dalla Camera che istituisce l'assegno unico universale per i figli. Si tratta di una misura su cui si è discusso per troppo tempo, ma che finalmente è arrivata in porto. A partire da luglio, ogni famiglia riceverà un assegno di 250 euro mensili per ogni figlio a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza fino a 21 anni di età, una cifra destinata ad aumentare di durata e fino al 50% in caso di figli con disabilità. Su questo voto hanno certamente pesato gli ultimi dati diffusi dall'Istat poche settimane fa, relativi al nuovo drammatico calo delle nascite nel'anno 2020. Il calo non è dovuto soltanto alla pandemia in corso, perché si pone in assoluta continuità con i dati degli anni precedenti.
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È dal 2008 che, anno dopo anno, registriamo record negativi per la natalità in Italia. Nel 2020 il numero dei nati, che è il minimo storico nella storia del nostro paese, è stato di appena 404mila, a fronte di un numero di morti di 746mila, il che vuol dire un divario negativo di 342mila persone. La popolazione italiana diminuisce, anche per un apporto ormai limitato degli immigrati. Lo sottolineo perchè è un dato su cui riflettere: da sei anni la popolazione italiana diminuisce e invecchia, il che vuol dire -tralasciando ogni altra considerazione- problemi crescenti per la spesa sociale (sanità, welfare..) e per la stessa economia. E ricordiamo che non si è mai visto un paese che perde popolazione e invecchia, che abbia un futuro florido di fronte a sé. Ecco perché la misura varata dal parlamento è importante. Ora occorre che il governo agisca rapidamente ed efficacemente perché tutte le promesse siano mantenute.
DECRETI ATTUATIVI
Il presidente Draghi si è impegnato: «Partiremo senza ritardi il 1º luglio, ad ogni figlio sarà garantita la cifra di 250 euro, e nessuna famiglia percepirà meno di quanto ricevuto fino ad oggi». Bene, ma per far questo sappiamo che bisogna trovare almeno altri 800 milioni perché quelli già a disposizione, che provengono anche dalla cancellazione di altre misure di welfare, non sono sufficienti, e occorre procedere a spron battuto con i decreti attuativi, che sono la maledizione che grava su ogni nuova legge, approvata con suono di fanfare ma poi ritardata regolarmente dalla farraginosità delle procedure. Questa volta Draghi e tutto il Parlamento hanno giurato, e quindi dovremmo poter essere ottimisti. Ma un'altra cosa voglio dire con assoluta chiarezza, guai a fermarsi qui!
ASILI NIDO PER TUTTI
L'assegno unico è utile e certamente servirà, sarà un aiuto per le famiglie con figli, ma sarà utile soprattutto se segnerà un'inversione di tendenza nelle politiche familiari e fiscali fin qui seguite. L'Italia ha sempre guardato alla questione demografica e alla vita delle famiglie con sufficienza o con indifferenza, a volte con malcelato fastidio, come se fosse una questione che riguardasse solo quei 'familisti' dei cattolici. E così altri paesi, meno cattolici di noi, hanno preso provvedimenti più seri e più efficaci, dalla Francia alla Germania all'Austria alla Svezia alla Polonia ecc., ottenendo un aumento del numero delle nascite e prospettive più serene e durature per le coppie che mettono al mondo dei figli.
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Sì, dobbiamo reimparare a guardare ai figli come a una risorsa positiva (indispensabile per il paese, fra l'altro), dobbiamo creare condizioni perché le coppie si possano sposare più giovani, perché le donne possano davvero conciliare l'attività lavorativa con la cura della famiglia. E quindi sono necessari asili nido per tutti, una scuola veramente formativa e libera, dove la famiglia sia sostenuta anche economicamente nella sua scelta pluralista, congedi di maternità e di paternità reali, lavori part-time per il genitore che voglia fare questa scelta, fino ad arrivare allo strumento più completo che è il quoziente familiare. E occorre anche alimentare una visione più positiva verso la famiglia e i suoi valori, farla comprendere ai giovani, mentre oggi ogni prospettiva di successo personale sembra concentrata sui risultati economici. Una rivoluzione culturale, dunque, nella quale si sentano coinvolti gli opinion leader e le strutture portanti della società, dall'economia alla politica alla scuola all'informazione. La rinascita dell'Italia passa molto anche da qui!