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Vittorio Feltri mette Mario Draghi all'angolo: "Basta fott*** dell'Europa", come si salva la vita agli italiani
Mi corre l'obbligo di precisare che non sono un economista neppure dilettante, tuttavia fin da bambino sapevo fare bene il conto della serva. Addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni le ho sempre eseguite brillantemente, il che mi ha consentito di guadagnare abbastanza, di non accumulare debiti e di tirare avanti il mio famiglione senza angosce. E ora che sono vecchio non ho di certo problemi di sopravvivenza. Ecco perché non capisco come mai il bilancio dello Stato, sofferente per diversi miliardi di euro, sia insanabile nonostante gli avvicendamenti a Palazzo Chigi. Ho maturato l'idea che gli amministratori - il governo - siano totalmente incapaci di gestire il Paese, che in linea di principio non è diverso da una casa abitata da una coppia di sposi e da alcuni figli.
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In effetti, mentre le casse pubbliche piangono a dirotto e ciò rende obbligatorio chiedere denaro in prestito all'Europa per fronteggiare le spese incontrollate, gli italiani, siano o no coniugati, abbiano o no una prole da accudire, dispongono di un risparmio privato - depositato in banca - di proporzioni mostruose, tra i più alti del mondo. Che significa? La casalinga di Voghera e tutte le sue colleghe sono nettamente più brave a maneggiare quattrini di qualsiasi coglione che padroneggia il Palazzo. Non lo affermo io, lo dimostrano i fatti, anzi i conti.
A proposito dei quali osservo che l'esecutivo continua a spendere e a spandere allo scopo di elargire ai connazionali fannulloni il cosiddetto reddito di cittadinanza. Altri capitali, in misura cospicua, vengono dissipati da ministri e compagnia cantante per fare l'elemosina alle aziende in difficoltà, causa covid e relative conseguenze: chiusura di qualsiasi attività commerciale. Una montagna di liquidi che, anziché essere gettata al vento, avrebbe dovuto essere investita per comprare vaccini. Se ciò fosse avvenuto, oggi avremmo conquistato la sospirata immunità di gregge, e gli imprenditori, piccoli o grandi, lavorerebbero in piena libertà. Cosicché nessuno di loro adesso avrebbe bisogno di sostegni per mantenersi.
Viceversa, a un anno dall'inizio della pandemia, la patria è completamente paralizzata, gli esercenti sono costretti a tenere abbassate le saracinesche, non guadagnano un centesimo e non rimane loro che domandare il supporto di Draghi. Il quale, non immaginando l'esistenza di alternative alle sovvenzioni pubbliche, apre il portafogli e ingrossa il deficit e non si pone il quesito relativo a chi riempirà il buco.
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Forse egli non ha intuito che il nemico è il virus e non i ristoratori e i baristi e similari, i quali supplicano soltanto di poter sgobbare come sempre hanno fatto, senza attendere l'ausilio della politica. Dovrebbe sforzarsi di riflettere: l'infezione non si sconfigge impedendo alla gente di sfacchinare bensì somministrandole il farmaco della salvezza. Che però è indispensabile avere in quantità industriale per soddisfare le esigenze della popolazione. Cosa non difficile da realizzarsi: basta fottersene della Ue e andare sui mercati internazionali a fare incetta di dosi, ovviamente remunerando i fornitori. Che gratis possono solamente sbadigliare.
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