Interrogativi
Nicola Gratteri, forse il coronavirus è colpa degli ebrei?
Gentile dottor Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, nelle pause tra un comizio televisivo e l'altro, tra la conferenza stampa che fa promotion dell'ultimo rastrellamento giudiziario e il vernissage dell'aula bunker che manderà assolta una buona parte di quelli che lei ha spedito in galera, tra i post in cui si duole dei giornali che non pubblicizzano abbastanza la sua rivoluzione che smonta pezzi d'Italia come un giocattolo e quelli in cui retwitta senza perplessità gli articoli che invece le piacciono, quelli che la elogiano perché sta facendo pulizia della politica che è «una montagna di merda», riesce a trovare un minutino per smetterla di ciurlare nel manico?
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Le hanno addebitato frequentazione editoriale con gente che fa propaganda neonazista, roba non meno allarmante rispetto a qualche balordo vagheggiamento antivaccinista al quale lei oppone la ridicola circostanza che la gente del suo ufficio si è sottoposta alla puntura grazie al suo intervento (a proposito: c'era un protocollo di priorità che prevedeva quella corsia o era il merito antimafia?). Quindi prendiamo atto del suo dispetto («Ora ho un nervosismo addosso...», sul Corriere di ieri) perché le appiccicano una patacca no-vax che lei dice di ripudiare, ma andiamo alla ciccia: com' è questa storia degli ebrei che hanno in mano tutto loro, che comandano tutto loro, «tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche e la grande finanza»?
Visto che le agenzie di stampa che si sono affrettate a raccogliere e diffondere il suo rammarico hanno creduto, come il suddetto Corriere della Sera, di assolverla dall'obbligo di rispondere qualcosa in argomento, rimediamo noi. E dunque: ce lo dice che cosa pensa della finanza ebraica che tiene a stecchetto il mondo affamato di vaccini? Ce lo spiega un po' bene dove sta e come opera la lobby giudaica che si arricchisce distribuendo a strozzo le dosi? Come lei una volta ha dichiarato dalla signora Gruber, quella che le dice in bocca al lupo per il processo (la difesa non merita analogo augurio, anche perché non è invitata a TeleProcura), chi fa opinione deve stare attento a come parla perché «ognuno di noi abbiamo un seguito»: ecco, lei che fa opinione, anche se col suo italiano un po' così, chiarisca che cosa dobbiamo pensare di uno che - dotato del potere di arrestare la gente, di sequestrare aziende e patrimoni, di fare il bello e il cattivo tempo su qualunque fatto della vicenda pubblica - fa conventicola con chi sguazza nella fogna antisemita. Perché se non lo chiarisce possiamo anche pensare che sia d'accordo, e magari che anche questa ai suoi danni sia una cospirazione israelita.
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