Parola al direttore
Vittorio Feltri sul vaccino di Andrea Scanzi: "Ha tutta la mia solidarietà. Anche se mi dà del consumatore accanito di gin"
In questi giorni è stata alimentata la polemica contro il furbetti del vaccino, ossia coloro che aggirando i vincoli burocratici sono riusciti in qualche modo a ricevere l'iniezione salvifica. Il caso Scanzi poi è montato a dismisura diventando uno scandalo francamente eccessivo.
Personalmente disapprovo chi si impossessa di qualcosa che non gli spetta di diritto, tuttavia nella fattispecie dell' immunizzazione bisogna compiere delle precisazioni, ovvero concedere agli astuti alcune attenuanti che sconfinano in esimenti. Infatti il cosiddetto piano vaccinale non si è rivelato all' altezza delle attese, per una semplice ragione: scarseggiavano e scarseggiano ancora le dosi necessarie a proteggere tutti dalla malattia. Sissignori.
Il problema italiano non consiste nella organizzazione, per quanto imperfetta, bensì nella mancanza della materia prima: il siero in grado di sconfiggere il morbo. A causa di tale carenza è aumentata giorno per giorno nella gente di ogni ceto la paura di infettarsi e di fare una brutta fine. Il rischio di andare al cimitero dopo atroci sofferenze era ed è tale da costringere chiunque a trovare una soluzione pro vita.
E così è cominciata la caccia al vaccino. Una reazione del tutto giustificata. Il popolo è ricorso a ogni arma e ad ogni sotterfugio per garantirsi l'immunità. Qualcuno ce l' ha fatta, altri no. Ovvio che coloro che sono rimasti a secco siano irritati al punto da condannare coloro che al contrario sono riusciti di sfroso a farsi bucare il braccio.
Non c' è nulla di più umano, ma è disumano attaccare con ferocia gli individui che hanno conquistato un brandello di salute. Ai quali, compreso Scanzi che mi dà del consumatore accanito di gin, liquido da me mai ingerito, va tutta la mia solidarietà. In assenza di vaccini per la massa è naturale: i cittadini si arrangiano per procurarseli con i mezzi di cui dispongono, inclusa la scaltrezza, giudicata di norma scorretta quando, invece, è l' ancora di salvezza dei disperati.
In sintesi, mi pare più opportuno prendersela con un governo incapace di assicurare la salute a chiunque piuttosto che con coloro i quali, abbandonati dalle istituzioni, se la sono assicurata per conto proprio. Con destrezza. Ossia un' arte indispensabile per sopravvivere in un Paese che se non fosse di merda sarebbe addirittura divertente.