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Coronavirus, Paolo Becchi sulla barbarie di Bergamo: "Conte e Speranza hanno abrogato il rispetto dei cadaveri"

Paolo Becchi e Giuseppe Palma

"Un anno fa a Bergamo una fila di automezzi dell'esercito trasportava i primi morti verso il forno crematorio. Era il 18 marzo 2020 e quella scena commosse il mondo, monatti -non più turpi ma gentili- trasportavano i cadaveri non più al Lazzaretto ma verso l'inceneritore, fuori regione. Non si sono più posti nei cimiteri, quindi cremiamoli: senza l'ultimo saluto, senza l'ultimo occhio d'un figlio o d'una madre e senza confronto religioso. Dai tempi di Antigone noi occidentali ci prendiamo cura dei defunti, soprattutto durante guerre e pestilenze, ma ci sono voluti Conte e Speranza per abrogare con atti amministrativi il rispetto che si deve ai cadaveri" scrive il professor Paolo Becchi su affaritaliani.it.

 

 

"Fino ai primi di aprile" continua il professore "la cremazione era stata 'suggerita' dal governo non solo per contenere le capienze cimiteriali ma anche per evitare nuovi contagi, quindi furono raccolte regolarmente (così si dice) le autorizzazioni dei famigliari per la pratica crematoria. La Legge n. 130/2001 prevede che la cremazione è lecita solo per atto di volontà del defunto (non necessariamente scritta ma anche espressa oralmente ai propri familiari) ovvero su decisione del coniuge, o, in difetto, dei parenti più prossimi. Possibile che tutti, ma proprio tutti, abbiano espresso regolarmente una tale autorizzazione?" si domanda Becchi.

 

 

Nel suo libro L'incubo di Foucault, Paolo Becchi analizza quel triste 18 marzo a Bergamo: "Per proteggere la vita abbiamo cancellato la morte, o meglio i morti, non doveva rimanere traccia di loro. Le eventuali autopsie avrebbero potuto rivelare le cause della morte, no, meglio considerare come unica causa la Covid-19, senza indagare ulteriormente". Becchi considera poi anche l'aspetto etico e religioso: "I morti non hanno nemmeno più il diritto di morire, se lo desiderano, con i conforti religiosi, non hanno più diritto ad un funerale, non hanno più diritto ad una degna sepoltura, i congiunti infatti privati del diritto di occuparsi della salma per la sepoltura, tutti cremati, forse anche contro la loro volontà".

 

 

"In realtà nessuno ha voluto fare luce su questa vicenda, servirebbe infatti che i parenti delle vittime - o chiunque abbia un interesse ad agire – presentino una istanza di accesso agli atti di cui alla Legge n. 15/2005. Ci ha provato una volta una farmacista bergamasca, ma poi non si è saputo più nulla. La verità è che il governo ha voluto in questo modo evitare le autopsie, dalle quali sarebbero emerse non solo le reali ragioni dei decessi (magari non tutti a causa della Covid-19) ma soprattutto i farmaci somministrati e il modus operandi delle prime settimane" conclude il professore. Secondo una recente inchiesta della nota rivista tedesca Der Spiegel, al momento sarebbero oltre 300 le famiglie italiane che hanno esposto denuncia verso ignoti, per comprendere il reale motivo del decesso dei propri cari. Su Facebook è stato creato un gruppo che conta oltre 70.000 membri, denominato "Noi denunceremo". La verità presto verrà a galla.