Pandemia e prospettive
Valle d'Aosta, quasi contagio-zero: su vaccino e richiami la regione fa da sé, il modello-Scozia è vincente?
Come il Regno Unito. E i casi di Covid sono crollati. La Valle d'Aosta, unica in Italia, ha deciso di somministrare subito tutte le dosi di vaccino disponibili senza preoccuparsi di rimanere senza fiale per i richiami. Ha puntato forte sulla protezione immediata, che non è totale ed è temporalmente limitata, ma la strategia ha permesso di svuotare gli ospedali e far scendere l'indice di contagio. E così oggi, pur essendo ufficialmente ancora "gialla", la regione ha dati da fascia "bianca". Il Regno Unito, che pure a differenza dell'Europa si è assicurato dosi sufficienti per raggiungere prima dell'estate l'immunità di gregge, ha scelto di somministrare la seconda dose 3 mesi dopo la prima.
Leggi anche: Giancarlo Giorgetti, indipendenza sul vaccino: l'incontro al Mise per recuperare il tempo perso
La decisione si sta rivelando vincente. Nei magazzini valdostani, dicevamo, è rimasto appena il 6% delle fiale consegnate dal governo, 780 su 12.750. La comunità autonoma ha disatteso il protocollo seguito da quella scientifica durante le sperimentazioni, ma intanto i dati parlano chiaro. In 55 giorni, ossia dal primo gennaio a ieri, il numero di abitanti positivi al Covid è sceso quasi di 3 volte (da 408 a 146), quello dei ricoverati con sintomi si è quasi azzerato (da 75 a 9) e gli isolamenti domiciliari (da 332 a 136) sono più che dimezzati. Per settimane, al massimo, ci sono stati 2 pazienti in terapia intensiva, per buona parte di febbraio nessuno, e da ieri ce n'è uno.
È sufficiente consultare le tabelle dell'Istituto superiore di sanità per accorgersi del minor impatto del Covid. Il primo gennaio, abbiamo visto, i ricoverati con sintomi erano 75, il 25 gennaio erano 45, il 13 febbraio 13, fino ai 9 attuali. In un mese ci sono 123 persone in meno costrette in casa dalla malattia, 196 dall'inizio dell'anno, il che su una popolazione di 125 mila abitanti è significativo. Proprio per le dimensioni ridotte la Valle d'Aosta può essere comparata alla Scozia (5,4 milioni di abitanti contro i 56 dell'Inghilterra) e al suo modello di vaccinazione. Una ricerca coordinata dalla Public Health Scotland ha mostrato gli effetti, definiti dalla Bbc «spettacolari», della protezione garantita dalla prima dose di vaccino contro la forma grave del virus: 4 settimane dopo la somministrazione delle fiale Pfizer e AstraZeneca i ricoveri ospedalieri sono calati rispettivamente dell'85% e del 94, a seconda del siero. inghilterra e israele Lo studio è prossimo alla pubblicazione sulla rivista scientifica Lancet, la Bibbia per gli addetti ai lavori.
Leggi anche: Non è l'Arena, da Giletti l'assurda pretesa di non pagare chi fa vaccini: l'imprenditore "massacrato"
L'analisi copre 1,14 milioni di vaccinazioni (650 mila Pfizer e 490 mila AstraZeneca) effettuate dall'8 dicembre al 15 febbraio. Gli scienziati, in questo periodo, hanno osservato il numero di pazienti ricoverati in ospedale e quanti di questi fossero stati vaccinati. Ebbene, su circa 8 mila ricoveri, solo 58 pazienti erano stati vaccinati da meno di 4 settimane. Il dato, peraltro, è piuttosto omogeneo per fasce d'età. Tra le persone con più di ottant' anni, citiamo questa fascia visto che adesso in Italia dovrebbe toccare a loro, indipendentemente dal siero ricevuto c'è stato un calo di ricoveri dell'81%. Lo studio della Public Health Scotland non ha riguardato la possibilità di trasmettere la malattia prima del completamento della profilassi, non è chiaro quanto possano durare le difese dal virus dopo la prima iniezione, però le statistiche sono eloquenti.
Oltretutto anche Israele ha seguito questa strada, i risultati sono stati altrettanto «spettacolari», e da quelle parti ancora poche settimane e il Covid rimarrà solo un incubo del passato. In Israele ha ricevuto almeno la prima dose l'89% della popolazione. La Scozia è il terzo Paese al mondo, col 27. L'Inghilterra è incollata. L'Italia è inchiodata al 6, un terzo del Cile, dietro alla Turchia, al Marocco, alla Polonia, alla Romania, distante anni luce dalla Serbia, in proiezione tra un paio di mesi verrà superata anche dal Brasile e prima ancora dal Canada. Sempre peggio. E se la svolta, anziché rimanere fermi, fosse accelerare come la Valle d'Aosta?
Il tuo browser non supporta il tag iframe