Le priorità
Vittorio Feltri, lettera a Draghi: "Caro Mario, qua non serve il programma. Serve il vaccino"
Non c'è nulla di più noioso e di assurdo della politica italiana, e noi cronisti - io per primo e mi do del cretino - ne scriviamo ogni giorno come se la gente si appassionasse al tema, quando invece se ne infischia delle consultazioni, del totoministri, del Mes e del Recovery, sigle e parole di cui non afferra il vero significato. Nelle ultime ore gli addetti ai lavori romani hanno inventato una nuova espressione: parlano di "debito buono" e di "debito cattivo". Non si rendono conto che farsi prestare soldi significa impegnarsi a restituirli, il che non genera di certo allegria. In Italia viceversa assistiamo a festeggiamenti insensati perché l'Europa si è impegnata a fornirci oltre 200 miliardi di euro che per noi costituiranno un passivo che andrà ad aggiungersi a un deficit pubblico già mostruoso. C'è poco da stare sereni. Cerchiamo di capire a cosa serviranno i quattrini che intascheremo, se li intascheremo davvero. Secondo alcuni parlamentari, saranno adoperati al fine di attuare una politica verde, potenziare l'istruzione e rilanciare l'economia. Le solite chiacchiere. La realtà è complessa ma per affrontarla bisogna vederla, mentre i nostri soloni sono ciechi. Basti pensare che a sei mesi dalla produzione di vaccini, l'Italia è riuscita a procurarsi una quantità infinitesimale di dosi, cosicché i cittadini sono ancora costretti a subire restrizioni di tipo carcerario. Praticamente il terziario è semiparalizzato e quindi in grave perdita, poiché il popolo non è stato immunizzato. Questo è il problema. Si dichiara che il nostro Pil è diminuito del 10 per cento in un anno. Ovvio, se i negozi sono inaccessibili, ristoranti e bar vietati, il turismo azzerato come gli sport (palestre, piste di sci, stadi deserti) gli incassi mancano e le sofferenze crescono. Ecco perché il Prodotto interno lordo è andato sotto di dieci punti. Allo scopo di recuperarli non c'è altro modo che avviare le attività sospese. Ciò si potrà fare soltanto quando gli abitanti della penisola, tutti, saranno stati sottoposti all'antivirus. Si dà il caso che lo scombinato esecutivo Conte non sia stato in grado di andare sul mercato ad acquistare il prodigioso farmaco. Nel frattempo la malattia si è espansa brutalmente uccidendo migliaia di persone e pure l'economia. Pertanto ribadisco: caro Draghi, non si scervelli per approntare un programma complesso e irrealizzabile, in quanto nessuno le fornirà una mano, non per ostilità nei suoi confronti, bensì per congenita stupidità. Lei deve puntare su un unico obiettivo: trovare una marea di vaccini che restituisca alla salute il suo primato. Riconquistata la quale gli italiani, che di politica comprendono poco (infatti il 33 per cento di loro ha espresso consenso nei confronti di Grillo, dopo aver votato per lustri il PCI) ma che sanno lavorare, rimetteranno in piedi la baracca e lei passerà da eroe sebbene tale non sia e non voglia essere.