Ansie istituzionali
Pietro Senaldi, calati ricoveri e intubati nei giorni dello shopping natalizio: allarme del governo inutile
Ricordate la famosa domenica dello shopping selvaggio, il 13 dicembre, poco più di due settimane fa? Mezza Italia era ritornata in zona gialla, con i ristoranti aperti a pranzo, libertà d'accesso ai bar fino alle 18 e coprifuoco per i negozi spostato alle 21. Dopo oltre un mese di cattività, gli italiani approfittarono del clima favorevole per tornare alla vita, riversandosi per le strade, rigorosamente distanziati e con mascherina. Tanto bastò al governo, ai suoi esperti scientifici e ai virologi specializzati in malaugurio per processare i cittadini, che pure avevano rispettato tutte le leggi, di essere degli irresponsabili e degli untori, meritevoli di nuovi arresti domiciliari. Tutte accuse gratuite, ma funzionali a gettare le premesse per l'ennesima retromarcia del governo, che annunciò subito la necessità di ulteriori, imminenti, serrate. Era l'anticamera del Natale chiusi in casa, della revoca della decisione di tenere aperti i ristoranti a pranzo il 24, 25 e 26 e del divieto di lasciare il proprio Comune per dieci dei 14 giorni di questo periodo festivo.
Ebbene, quel giorno l'Italia riaprì con un bollettino del Covid, risalente alla sera prima, che segnava 19.903 nuovi infettati, 649 decessi, 28.066 malati ricoverati, 3.199 dei quali in terapia intensiva. Se davvero il comportamento dei cittadini in quel famoso fine settimana fosse stato scellerato come Conte e i suoi sodali hanno cercato di farci credere, due settimane dopo il numero dei positivi, dei pazienti gravi e dei morti sarebbe dovuto esplodere. Invece no. I numeri di ieri, con 8.585 contagiati, 445 trapassati e 23.932 ospedalizzati di cui 2.565 in terapia intensiva, dimostrano che il ritorno del Paese in zona gialla ha giovato al contenimento del virus. Ancora meglio era andata il giorno prima, domenica, con 298 decessi, il che fa supporre che la cifra di ieri sia gonfiata da alcuni decessi non calcolati a Natale e Santo Stefano. Tutti dati comunque non enfatizzati dall'esecutivo, che già si è rimangiato la riapertura totale delle scuole e degli impianti sciistici e sportivi, prevista per il 7 gennaio e ora slittata a dopo il 20, per poi probabilmente scivolare ancora a chissà quando.
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Morale, l'esecutivo ha rotto le scatole a ristoratori, negozianti, albergatori e stazioni sciistiche, mandandone in fumo il fatturato natalizio, senza ragione. I dati infatti confermano che gli italiani, aperte le gabbie, non si sono gettati l'uno sull'altro come animali ma, malgrado il ministro Speranza e il Comitato Scientifico li ritengano, e li trattino, come delle pecore disordinate, hanno saputo comportarsi adeguatamente per arginare il virus. Se vogliono cercare dei responsabili per il fatto che siamo la nazione con più morti da Covid per abitanti e che, dopo essere stati i primi a entrare nel tunnel della pandemia nonché quelli che hanno chiuso più di tutti, saremo gli ultimi a uscirne, i nostri governanti devono dotarsi di specchio e puntare il dito verso loro stessi. La vicenda dei vaccini è emblematica di come le responsabilità della strage italiana stiano sopra, in chi comanda e non sotto, in chi subisce il pressapochismo altrui. Abbiamo accolto con la banda e toni trionfalistici il furgoncino che ci ha portato diecimila dosi quando in Germania si è partiti con 150mila, in Francia con 20mila e in Spagna 350mila.
Andremo avanti non si sa fino a quando con 450mila pozioni a settimana mentre Berlino ne ha giusto ieri opzionate 30 milioni extra, al di fuori del piano europeo, che si aggiungono ai 55 milioni già in arrivo. Faremo prima a uscire dalla pandemia e dall'emergenza, ancora una volta, grazie all'estate anziché alla profilassi ma in compenso il governo ha aperto la polemica sull'obbligatorietà della vaccinazione. Tema sacrosanto, ma anacronistico e un filo grottesco, giacché ci preoccupiamo di rendere doverosa l'iniezione parecchi mesi prima di disporre del siero da inoculare. Come sottolinea il nostro Renato Farina, il commissario Arcuri e la Protezione Civile, insieme al numero dei morti e dei feriti da Covid potrebbero iniziare a fornirci quotidianamente quello dei vaccinati, magari comparandolo agli altri Stati Ue. Ne uscirebbe un elenco ancora più sconfortante di quello dei deceduti e dei ricoverati in rianimazione.