Ininfluente
Joe Biden premiato come uomo dell'anno dal "Time"? Ecco perché: una scomoda verità sull'"uomo di compagnia"
No, non fatevi ingannare. La "persona dell'anno" secondo Time non sono due. Sì, certo, l'entità premiata dalla rivista americana per il 2020 ha due volti, quattro occhi, formalmente due nomi. Ma non a caso questi si sono saldati da subito in un unico sintagma, in un'identità con-fusa, in un hashtag di tendenza: #BidenHarris. Una creatura inedita, la nuova divinità mondana del Politicamente Corretto. Eccolo lì, #BidenHarris, in copertina sul settimanale che più piace alla gente che piace, "person of the year". Perché il prossimo presidente degli Stati Uniti (al netto della causa intentata presso la Corte Suprema dal Texas e un'altra ventina di Stati repubblicani, di cui non parla nessuno perché appunto infastidirebbe il culto democratico bicefalo) non ha un'esistenza autonoma, nemmeno quando riceve un riconoscimento a forte impatto mediatico, anzi soprattutto in quel caso.
Joe Biden vive solo come rimando, come segno della presenza altrui, come presagio delle magnifiche sorti e progressive spalancate da Lei, la vice di cui lui è fattualmente il vice. Non stiamo calcando la mano per divertissement reazionario, sono gli stessi colleghi di Time a mettere nero su bianco (pardon, orrida perifrasi in odor di suprematismo) la gerarchia tra premiati. «Ogni presidente eletto da Franklin Delano Roosevelt a un certo punto durante il suo mandato è stato una persona dell'anno, quasi una dozzina in un anno di elezioni presidenziali». In questo caso, però, "Sleepy Joe" non bastava: «Questa è la prima volta che inseriamo un vicepresidente». Perché l'unico merito di Biden è stato proprio riconoscere la propria inadeguatezza, la propria carenza strutturale, e porvi rimedio. «Ha riconosciuto ciò che non poteva offrire da solo, ciò che un uomo bianco di 78 anni non avrebbe mai potuto fornire: cambio generazionale, una nuova prospettiva e un'incarnazione della diversità americana».
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Si è negato in quanto se stesso, il vegliardo di sesso maschile e di pigmentazione chiara (tutti impedimenti a governare, secondo la tabella valoriale di Time), e quasi scusandosi ha chiamato Lei: «Per tutto questo aveva bisogno di Kamala Harris: senatore della California, ex procuratore distrettuale e procuratore generale di stato, un figlio birazziale di immigrati il cui carisma ha elettrizzato milioni di democratici». Tralasciamo quanto trasudi di razzismo perbene l'espressione compiaciuta "figlio birazziale" (oggi è il non-bianco ad essere considerato biologicamente superiore), e andiamo al cuore del dramma pirandelliano: Joe Biden non esiste, è un'identità monca, che ha bisogno di essere completata, e diventare #BidenHarris, persona dell'anno «per aver cambiato la storia americana, per aver dimostrato che le forze dell'empatia sono più grandi delle furie della divisione, per aver condiviso una visione di risanamento in un mondo in lutto». È evidente che è un premio anzitutto a Lei, perché è un premio sulla fiducia, come tutti i premi politically correct, come fu per il Nobel per la Pace preventivo al vero padrino politico di Kamala, Barack Hussein Obama.
Lei ha «cambiato la storia americana» (un'espressione che aveva senso dopo quattro mandati Roosevelt o dopo due mandati Reagan usata così, a un mese dall'insediamento della signora, senza alcun senso del ridicolo) e rappresenta «le forze dell'empatia» (anche se ha palesato più volte disprezzo verso gli americani che osano votare Trump) al momento solo in quanto vicepresidente donna di colore. Ma è più che sufficiente oggi, garantisce già in quanto tale «una visione di risanamento», pare che anche il Covid sia sul punto di arrendersi di fronte alle virtù taumaturgiche di Kamala. Non ha ancora varcato il cancello della Casa Bianca, ma il mondo sta già meglio e l'America è già più unita, e fa niente se lei ha più volte ostentato sostegno ai moti Black Lives Matter, gentiluomini avvezzi a pestare gli avversari politici e sfasciare le vetrine dei negozi, compreso i negozi del ceto medio afroamericano (ma sono neri meno à la page, meno neri degli altri). Come dite, ma Joe Biden è più moderato? Via, non crederete ancora all'esistenza di Joe Biden. riproduzione riservata La copertina di Time: persona dell'anno è la coppia Biden-Harris. È il primo riconoscimento per un vicepresidente.