La missiva

Giovanni Sallusti, lettera a Conte e Speranza: "Cari gerarchi giallorossi, il giorno di Natale violerò il vostro Dpcm"

Giovanni Sallusti

Esimio presidente del Consiglio già Avvocato del popolo Giuseppe Conte, esimio ministro della Salute Roberto (per modo di dire) Speranza, esimi gerarchi tutti del Soviet giallorosso. Con questa mia tengo a informarvi fin d'ora che io, Giovanni Sallusti, cittadino italiano, documento d'identità nº AV9328772, il giorno di Natale violerò le norme contenute nell'ultimo Dpcm approvato dalle Vostre Eccellenze, in particolare il punto concernente il divieto di spostamenti tra Comuni differenti. Ho voluto esordire col vostro linguaggio, il burocratese ampolloso, perché è quello che frequentate quotidianamente, forse addirittura l'unico che conoscete. Non importa, adesso ve lo dirò con la lingua della plebaglia, che poi siamo noi, persone in carne, ossa, fatturati svaniti, affetti deteriorati, traumi indotti dalla pandemia: voi siete pazzi.

 

 

Non credo che basti il vostro farsesco stalinismo di ritorno, quello che ha fatto ipotizzare al ministro Speranza l'implementazione della delazione di massa in stile Ddr, quello che fa utilizzare a sproposito il verbo "concedere" al presidente Conte quando parla di libertà fondamentali, per spiegare il livello di dispostismo burocratico a cui siete approdati. Serve una vena di sincera, e quindi pericolosissima, follia, per mettere nero su bianco il divieto di recarsi dai propri genitori il giorno di Natale nel caso risiedano in diverso municipio, magari distante qualche chilometro, e non avvertire un immediato senso del (tragi)comico. Per cui no, preferisco confessare preventivamente: il 25 dicembre prossimo partirò da un Comune (nel mio caso Como) e mi recherò in un altro (nel mio caso Brunate, la collina subito sopra la città, quattro tornanti in tutto), dove vivono mio padre e mia madre. Di più: porterò da loro anche i due nipoti, che nel frattempo io e mia moglie avremo ritirato anzitempo da scuola, per arrivare a Natale avendo fugato qualsiasi dubbio su una possibile positività, e quindi su un possibile contagio.

Come vedete, non infrangeremo alcun protocollo di sicurezza. Ma non è nemmeno questo l'importante, per quanto costituisca la vostra ossessione monomaniacale, il dogma della salute fisica astratto e sezionato dalla vita, anzi rivolto contro di essa, che era un dogma anche nazionalsocialista, vien da notare (non troppo) incidentalmente. L'importante è che mio figlio grande, quasi 5 anni, già provato dal primo lockdown serrato in casa, dalla sospensione della scuola di calcio, dalla sospensione della scuola di musica, dal groviglio di tensioni famigliar-lavorative che voi dai vostri attici spaziosi avete imbellettato con l'anglismo politicamente corretto "smart working", non debba ingoiare anche l'anomalia di un Natale senza nonni a cui, pensate un po', si è perfino parecchio legato affettivamente senza chiedere un permesso validato dal Ministero.

L'importante è che i nonni lo vedano, vedano il sorriso di mia figlia piccola, un anno e mezzo, anche quel nonno che voi avete lasciato da solo in trincea in ospedale, come nella prima ondata, perché la foga con cui vi date all'onanismo proibizionista è pari solo alla sicumera del vostro inattivismo sul fronte delle terapie intensive, del personale sanitario, del trasporto pubblico (nonno che ovviamente subito prima avrà eseguito un tampone: questa è disobbedienza civile, mica negazionismo). Lo farò perché se trangugiamo anche questa, se accettiamo il niet Statale a trascorrere il Natale anche con i "congiunti" più stretti e cari, per parlare il vostro idioma idiota, se non ci ribelliamo nemmeno qui, non ci ribelleremo più. Certificheremo definitivamente il nostro status di sudditi di fronte al regimetto pseudosanitocratico e iperdirigista rappresentato da un oscuro avvocato di Volturara Appula, un ex concorrente del Grande Fratello, e giovani-vecchi comunisti come Speranza. L'Urss, almeno, era una roba seria.