Trauma
Le Iene, la confessione di Iva Zanicchi: "Sono ancora viva grazie a lui", la star di Italia 1 che la ha salvata dal Covid
Nove giorni in ospedale: polmonite bilaterale interstiziale, coronavirus. Iva Zanicchi, 80 anni, ora è uscita. Ci risponde al telefono e la sua voce, per la prima volta, è diversa da quella agguerrita che abbiamo imparato a conoscere e amare. È ferita.
Come sta?
«Adesso un po' meglio, a casa è un'altra cosa. È stata dura, continuo le cure che facevo in ospedale, sto brava, sto a letto, ho una stanchezza mortale. Me ne sto chiusa in stanza, faccio la quarantena. Ora sono negativa, l'unica in famiglia. Gli altri sono tutti positivi».
Come stanno i suoi cari?
«Mio fratello è ricoverato a Vimercate ed è anche un grande cardiopatico. Fausto, il mio compagno, è sotto chemioterapia e ha anche il Covid. È asintomatico ma lo vedo stanco, provato. È a casa».
È stata ricoverata perché non riusciva a respirare?
«All'inizio avevo male alle ossa, febbre. Il medico decide di curarmi a casa. Il saturimetro era buono, 95. Dopo due giorni mi viene un raffreddore da non respirare. Casualmente mi chiama questo ragazzo delle Iene, Alessandro Politi, per lavoro. Mi dice: 'Ma Iva, non parli bene, vai all'ospedale a fare una Tac'. Insiste: 'Sei come una mamma, ti ho fissato un appuntamento"' Mi ha salvato la vita».
Com' era la Tac?
«'Lei da qui non esce', mi dice il medico. Avevo la polmonite bilaterale e non respiravo bene. Ho pianto, quella è stata l'unica volta che ho avuto un brutto pensiero. Ossia: io da qui non esco più».
Racconti dell'ospedale.
«Quello di Vimercate: non finirò mai di ringraziarlo. Sono infermieri e medici molto umani e giovani. Ho visto una di loro piangere, disperata, stava male, aveva caldo: non si possono togliere le imbragature se no la vestizione è lunghissima, stanno otto ore senza andare in bagno, non bevono. Faranno anche il loro lavoro, ma è micidiale».
Quanti pazienti eravate?
«Eravamo 58, c'era anche mia sorella arrivata dopo di me, conciata, infettata. Quando vedi gli altri che stanno peggio ti dispiace ma pensi: 'Signore, grazie'».
Ha perso peso?
«Tutti dimagriscono, io nemmeno a morire. Due chili meno, mia sorella ne ha persi sei. A chi dice che il Covid non esiste... auguro del gran bene, ma deve fare una visita in certi reparti».
Un'infermiera americana ha raccontato che le persone malate chiedevano: «Di costa sto morendo? Il Covid non esiste».
«Non so cosa inculchino alla gente... Se tu hai patologie gravi, sa cosa fa questa bestia? Va a colpire lì. Io sono vecchia ma sana, porco cane, ma mi ha colpito in cose che avevo anni fa. Mangio male e allora mi sono venute fuori le transaminasi al fegato che non avevo».
In quei giorni ha sentito gli altri contagiati dello spettacolo?
«Gerry Scotti era all'Humanitas. Mi diceva: cosa stai a fare a casa? Mi hanno chiamato tutti, Leali, Al Bano, Caselli, Pavoni, Venier, d'Urso, Vanoni che stava male ma a casa, Orietta Berti, Toffanin, molto affettuosa, Hunziker».
Donerà il suo plasma?
«Ho dato la mia disponibilità. Per la prima volta non mi sono sentita più tanto giovane: 'Signora, ha una certa età, di solito si fa entro i 65 anni'. Se serve, sono qui. Può aiutare e fare stare meglio».
Una persona su sei non ha intenzione di vaccinarsi.
«Bisogna provarlo, il Covid. Non fai un vaccino, ma ne fai dieci. Arriva il Natale: facciamo i regali, aiutiamo l'economia, ma una volta tanto, dopo 60 anni di benessere, rendiamo il Natale solo una festa intima e religiosa? Siamo in grado?».