Esagerato
Giuseppe Conte, il premier ad Assisi farà il discorso alla Nazione: il potere gli ha dato alla testa
Tutto questo affanno francescano deve nascondere, perlomeno, un occhio di riguardo della Provvidenza, la richiesta di un ex voto politico, uno straccio di coalizione con le schiere celesti. Ci sarà un motivo, insomma, perché il premier Conte il 4 ottobre di ogni anno continua a tradire San Padre Pio (di cui è devoto da sempre) col più up to date San Francesco. Quest' anno non fa eccezione. Non è un caso che Conte, nella ricorrenza del patrono d'Italia, parlerà da Assisi al mondo intero in una «giornata di dialogo e fraternità tra fedi e culture diverse». «Saranno presenti anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Andrea Martella», fanno sapere dall'ufficio stampa dei fraticelli. Conte parlerà, ma presenzierà anche alla liturgia dei sacri eventi. Osserverà la celebrazione delle messa da parte dell'arcivescovo metropolita di Pesaro Pietro Coccia.
Assisterà, composto, all'offerta dell'olio che alimenta la lampada ardente sulla tomba di San Francesco da parte della Regione Marche, a nome dell'Italia intera. Trattasi, peraltro, del «rito della celebrazione che si ripete dal 4 ottobre 1939 anno in cui Pio XII proclamava Francesco patrono primario d'Italia». E, per l'occasione, si assisterà al sorvolo delle Frecce tricolori nei cieli di Assisi, a disegnare il favor di patria. Tutto ciò proprio mentre il Presidente del Consiglio, accesa la lampada votiva del Santo ad illuminare la via della nazione, esalterà tra i frati, i sacrifici degl'italiani e, soprattutto, del suo governo. A nome del Papa sarà presente il legato pontificio per le basiliche , cardinale Agostino Vallini; e a nome delle istituzioni si schiereranno una pletora di sindaci, consiglieri regionali, pellegrini animati dal custode del Sacro Convento Mauro Gambetti. L'intero evento, avvolto in una sacralità particolare, sarà naturalmente trasmesso in diretta su Raiuno. Conte parlerà dalla loggia, forse del terrazzo del Sacro Convento, come già ha fatto nel 2018 e nel 2019, in una posa di rara efficacia iconica, tra la benedizione dell'arcivescovo di Fermo (chissà perché, poi, proprio quello di Fermo) con la Chartula di San Francesco, il santo più figo di tutti.
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Se ci si pensa, Giuseppe Conte, in fondo è l'unico, in questo momento storico, che possa parlare da un balcone senza essere accusato di apologia di fascismo o di pirlaggine. Dal punto di vista mediatico la sua apparizione nella Basilica superiore di Assisi, diventa l'ennesimo colpo mediatico molto pop. Se ci si pensa, Conte che parla con padre Gambetti dà l'idea di Robin Hood che parla con Frate Tac. Si tratta di un colpo mediatico prodottosi, per un innaturale coincidenza, proprio nel momento il cui il capo del governo ha annunciato di voler richiedere in Parlamento «la proroga dello stato d'emergenza fino al 31 gennaio»; ha ribadito la cancellazione di «quota 100», provvedimento di stampo leghista; ha annunciato la «fiscalità di vantaggio per il sud». In pratica, San Francesco che si schiera per il recovery Fund. Meraviglioso...