rabbia
Vittorio Feltri contro i pm: "La caccia a Salvini puzza di imbroglio, sotto la loro toga la maglia rossa"
Ormai gli attacchi alla Lega sono quotidiani e provengono da più parti, non solo politiche in senso stretto. La giustizia è scatenata contro Salvini, che sarà presto addirittura processato per aver difeso i confini della patria, cioè evitando l'invasione dei migranti, meglio detti clandestini. Anche il partito del Carroccio da tempo è sotto inchiesta per via di 49 milioni di euro, provenienti dal finanziamento pubblico, e spariti. Nessuno è in grado di trovarli, ammesso che ci siano, tuttavia la magistratura non si placa. Poi ci sono somme presunte circolate tra i commercialisti di Alberto da Giussano, inoltre si indaga su quattrini russi incassati non si sa da chi. Infine, ammesso che di fine si possa parlare, la vicenda misteriosa in cui è coinvolto Attilio Fontana, governatore della Lombardia, al quale si attribuisce di aver concertato col cognato l'acquisto di materiale sanitario, che risulta regalato all'ente e non pagato dal medesimo.
Nonostante ciò - non vi è traccia di soldi dati o incassati - le procure hanno sequestrato i telefonini sia del presidente, sia di sua moglie, sia del cognato, sia di vari personaggi dell'entourage del Pirellone. Il contenuto delle conversazioni circola già nelle redazioni e tra poco le leggeremo sui giornali, sebbene nessuno di coloro che hanno un ruolo in Regione abbia ricevuto un avviso di garanzia. Siamo di fronte a episodi inquietanti però non completamente nuovi. Ne sa qualcosa Silvio Berlusconi, il quale, dal giorno in cui vinse le sue prime elezioni (correva l'anno 1994), non ha più avuto pace. La sua vita è stata stravolta da persecuzioni giudiziarie, culminate in una condanna che, stando alla testimonianza di un giudice presente nel collegio della Cassazione, maturò sulla base di antipatia e non di reati, inesistenti.
Leggi anche: Vittorio Feltri a PiazzaPulita: "Berlusconi? Un miracolo che sia vivo. Salvini? Che follia far cadere il governo"
Da tutto questo nasce il sospetto che in Italia la lotta politica non si svolga solamente tra partiti bensì anche con la partecipazione attiva di magistrati che sotto la toga indossino la maglia rossa. Infatti è la sinistra di sempre che si avvale delle inchieste per eliminare gli avversari che le contendono il potere. Ecco perché la caccia al leghista, apertasi da qualche tempo, puzza di imbroglio. Si percepisce la volontà di spu***are la prima forza del Paese onde impedirle di crescere ulteriormente e di impadronirsi delle istituzioni. Prevedo che la guerra non si esaurirà presto e che la Lega, colpevole di raccogliere troppi consensi pure in Emilia e in Toscana, benché non abbia vinto, meriti di essere combattuta perfino con mezzi disonesti. Lo spettacolo squallido è assicurato.