Cosa non torna
Vittorio Feltri contro il governo: "Tace su stragi e misteri, temo sia un esecutivo mafioso"
Non sono mai stato un dietrologo, un pistarolo, un appassionato dei misteri italiani, quindi non mi accingo ora che sono vecchio a improvvisarmi investigatore. Però una cosina la voglio dire chiara e tonda. Alcuni giorni orsono la stampa al complesso ha evocato con spreco di retorica la strage di Bologna, più di ottanta morti, avvenuta la bellezza di quaranta anni fa, 1980. A quel tempo ero al Corriere della Sera, redazione politica. E la mattina del micidiale scoppio ero seduto al famoso tavolo albertiniano insieme con Giovanni Belingardi. Vari dispacci ANSA avvertivano i giornali abbonati che era avvenuto un massacro. Ci mettemmo subito al lavoro con frenesia per ricostruire il fatto e predisporre gli articoli che lo narrassero e commentassero. Nel giro di pochi minuti il quotidiano di via Solferino, il più importante del Paese, si mobilitò con tutte le proprie forze.
Immediatamente i sospetti a riguardo degli autori del mostruoso attentato caddero sui fascisti. La moda era già questa: la violenza è sempre in camicia nera. Seguirono indagini pressappochistiche e furono indicati quali pluriomicidi due cretinetti di destra, Fioravanti e la Mambro, che in realtà non erano attrezzati per compiere un disastro simile. Non importa. Costoro furono indagati, processati e condannati con una sentenza totalmente priva di prove. Caso chiuso? Chiuso un corno. Da quattro decenni si continua a discutere senza giungere a una conclusione minimamente credibile. Mambro e Fioravanti una vita fa sono stati giustamente scarcerati per pudore, ma i veri responsabili della macellazione sono ancora sconosciuti e pertanto nessuno li ha mai puniti. Sappiamo che la magistratura, nonostante dal fattaccio sia trascorso tanto tempo, è tuttora impegnata nelle investigazioni per tentare almeno di capire chi abbia finanziato la carneficina e magari risalire, sia pure con grave ritardo, ai signori assassini.
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Temo che si tratti di uno sforzo vano della Procura di Bologna, non perché essa ispiri poca fiducia, bensì per una ragione terra-terra. Il governo e le autorità centrali, tanto per cambiare, hanno secretato le carte riguardanti il misfatto, cosicché le toghe si troveranno di fronte a un muro invalicabile. Peggio di così non potrebbe andare, per cui andrà così: lo Stato invece di agire sotto la luce del sole e denunciare quanto di buono e soprattutto di cattivo è avvenuto nella nostra Repubblica, vi stende sopra il solito assurdo segreto. Gli italiani non devono sapere. Sono come bambini stupidi a cui bisogna occultare la verità altrimenti si incazzano. Il metodo è lo stesso usato da Conte per nasconderci i motivi per cui l'emergenza virus è stata prolungata fino all'autunno. L'esecutivo che non rivela ai cittadini le proprie attività temo sia mafioso.