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Vittorio Feltri anticipa il piano di Giuseppe Conte: "Nel mirino del governo il nostro patrimonio immobiliare"

Vittorio Feltri

Adesso però basta piangere. Il Covid ci ha stesi per alcuni mesi, troppi, che ci hanno segnato nello spirito. La realtà ora è che siamo vivi e abbiamo ripreso le nostre solite occupazioni. Lentamente stiamo tornando alle attività consuete e tra qualche mese saremo di nuovo capaci di essere noi stessi. Non tutti gli italiani sono stati colpiti crudelmente dal virus, taluni sono stati risparmiati dalla malattia e molti altri, numerosi, invece ne sono morti. Difficile dimenticare la strage lombarda. Ma, guarda caso, è proprio Milano a guidare la riscossa. Non è vero che la economia sia disastrata completamente.

 

 

L'industria non soffre più di tanto, semmai è il terziario ad essere ancora stordito. Gli stabilimenti marciano a pieno ritmo e producono come un tempo, esportano, sono ai vertici della classifica europea, vedi la manifattura. Purtroppo il terziario è in difficoltà per ovvi motivi. La popolazione è tuttora timorosa di ammalarsi e si muove con cautela, ha rallentato la frequentazione di bar e ristoranti, non entra volentieri nei negozi e rinuncia ai soliti acquisti. Ci vorrà qualche mese prima che i cittadini riprendano le loro vecchie abitudini. Sono convinto che in autunno avremo dimenticato le insidie dell'infezione maledetta e i nostri borghi si riempiranno di gente vogliosa di riappropriarsi delle proprie consuetudini. È vero che l'economia di casa era già in crisi da un paio di anni se paragonata a quella di altri Paesi del continente, tuttavia non esageriamo col pessimismo. L'Italia è un convento povero ma i frati sono ricchi, dispongono di risparmi mostruosi, i più alti dell'Unione.

 

 

Il loro patrimonio immobiliare è tra i più importanti del mondo. Ecco perché il governo Conte lo sta prendendo di mira: cerca di tassarlo onde recuperare il denaro che spreca nell'assistenzialismo sfrenato a cui si è abbandonato per motivi elettoralistici. Il problema è sempre lo stesso: l'esecutivo è incapace di amministrare la cosa pubblica; per mantenere folle di lazzaroni, specialmente del Sud, si accanisce fiscalmente su chi lavora e impoverisce le casse dello Stato, perennemente in passivo e prive di risorse per incrementare i commerci, impedendo così la crescita della ricchezza nazionale. La questione principale infatti è che la politica si danna l'anima per distribuire denaro a destra e a sinistra, però non è in grado di favorire gli introiti necessari per accontentare tutti. Non è una faccenda da poco. Se il Gabinetto Conte non è capace di fare il conto della serva, non riuscirà mai a pareggiare il bilancio. Ora abbiamo ottenuto un prestito ed esultiamo, ma esulteremo di meno quando si tratterà di restituirlo. Con quali fondi? Mistero buffo.