Assurdità
Vittorio Feltri: l'idiozia degli antirazzisti che abbattono Churchill, ci ha regalato la libertà
Per gentile concessione del mensile Arbiter pubblichiamo l'articolo che Vittorio Feltri ha scritto sul numero in edicola a luglio.
Ciclicamente, negli Stati Uniti, esplodono scontri razziali molto violenti. Per quanto la stampa italiana provi ad accreditare ogni responsabilità all'attuale presidente Donald Trump, gli abusi della polizia sui neri, abusi che hanno scatenato le recenti rivolte, non sono una novità, purtroppo. Fatti analoghi si sono verificati anche sotto la presidenza di Obama, ma Obama era il cocco dei giornalisti illuminati, quindi la colpa non era sua, era colpa del disagio sociale. Mah. Le manifestazioni contro il razzismo, negli Usa degenerate in saccheggi, sono arrivate per imitazione pure in Europa, dove a dire il vero di razzisti, salvo qualche troglodita residuale, non c'è traccia.
E qui vengo al punto. Il corteo londinese, tra i simboli negativi, ha incluso sir Winston Churchill. La statua del celebre statista è stata imbrattata con scritte offensive come questa: «Era un razzista». Pensate ora a Churchill, che mandò a morire gli inglesi per liberarci dalla peste nazista e regalare la libertà anche agli idioti che oggi la usano per insultarlo. Churchill era un uomo del suo tempo e aveva i suoi pregiudizi. Nessuno lo nega. Non è un mistero. Certe razze, per un colonialista come lui, avevano solo da trarre vantaggio dal contatto con l'Occidente bianco e cristiano. Le tribù «di selvaggi», come diceva lui, andavano sottomesse con ogni mezzo. Detto questo, allorché si trovò davanti ad Adolf Hitler non esitò a scegliere la guerra, per evitare che il nazionalismo sangue e suolo dominasse il Vecchio continente. Lottò con tutti i mezzi, alcuni, come i bombardamenti al fosforo, anche molto discutibili. Che fosse dalla parte giusta però nessuno può metterlo in discussione. Che fu la sua decisione a evitare il peggio, anche. Vinse. Fu sconfitto alle elezioni. Ci lasciò in eredità quel poco di libertà della quale godiamo. Spazzò via ogni pretesa di farsi scienza dell'antisemitismo. Non mi pare poco. Non mi pare neppure il profilo, sommario d'accordo, di un pericoloso membro della supremazia bianca.
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AFFABILE E INTRATTABILE
Ma ora voglio parlarvi di Sir Winston, un grande personaggio dentro e fuori dalla politica. Su internet gli vengono attribuiti centinaia di aforismi, tutti verosimili ma non tutti veri. D'altronde, Churchill era una persona di spirito, a volte affabile, altre intrattabile, secondo alcuni biografi era bipolare, ovvero oscillava tra stati d'animo in netto contrasto l'uno con l'altro. Questo non gli impediva di prendere decisioni difficili e dolorose. Amante degli alcolici, capitava che alzasse il gomito e non lo nascondesse. Neanche questa caratteristica faceva velo alla sua intelligenza. Anzi, era fonte di battute cattive, molto cattive, ma divertenti. Per esempio ai salutisti replicava con questa massima: «Una mela al giorno toglie il medico di torno. Basta avere una buona mira». Celebri alcuni suoi battibecchi in Parlamento, specie con la acerrima nemica Lady Astor che una volta disse a Winston: «Se fossi mio marito, ti metterei il veleno nel caffè». Risposta: «Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei». Convinto difensore del sistema inglese, non si illudeva sulla natura della democrazia, si limitava a considerarla il meno pericoloso tra i regimi. Famose le sue battute al vetriolo sul tema: «La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato». E ancora più sarcastico: «L'argomento migliore contro la democrazia è una conversazione di soli cinque minuti con l'elettore medio».
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FRASI AD EFFETTO
Su cosa pensasse di Hitler, non c'è bisogno di dire nulla. Stimava Mussolini, lo riteneva un grand'uomo che a un certo punto aveva preso decisioni criminali. Omaggiò Stalin, pur sapendo che sarebbe diventato un nemico micidiale, per il contributo di sangue che la Russia offrì al fine di sconfiggere i nazisti. Sul socialismo non aveva dubbi. «Il vizio insito nel capitalismo è la ineguale distribuzione della ricchezza. La virtù insita nel socialismo è la uguale distribuzione della miseria». Ovviamente anche le politiche socialiste in campo occidentale lo trovavano completamente contrario: «Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico». Da far imparare ai nostri politici tassatori e tartassatori. Alla fine, con suprema ironia, che gli fruttò pure un premio Nobel per la letteratura, disse: «La storia sarà gentile con me, poiché intendo scriverla». Ora rischia di non essere tanto gentile, perché le manifestazioni del politicamente corretto si nutrono di disprezzo verso un passato che non conoscono e non capiscono. Giudicano tutto con gli occhi del presente e dell'ideologia. Per questo non hanno risparmiato neppure Churchill. Il quale aveva comunque una risposta pronta anche per loro: «Chi parla male di me alle mie spalle viene contemplato dal mio culo». Poco elegante ma molto chiaro.