La conversione
Silvia Romano, il commento di Renato Farina: ribalta la realtà, musulmani vittime e Occidente carnefice
Silvia Aisha Romano, la ragazza milanese rapita in Kenia, dove cercava di far del bene come volontaria, trascinata in Somalia dai musulmani di Al Shaabab, quindi liberata per mano dei turchi, e giunta tra noi con l'uniforme di Al Shaabab, ha raccontato per la prima volta la sua conversione all'islam. Ci sono momenti in cui è impossibile non provare compassione per questa giovane donna in balia di un potere assoluto, ed allora supplica un Dio finora nascosto di rivelarsi, di dare un senso a quanto le sta capitando, di consolarla, di farle ritrovare i suoi cari. E tutto questo - accade. Si converte, trova la pace e il sorriso. Buon per lei, sul serio. C'è qualcosa però di angosciante, e che non è possibile tacere. Il rapimento infatti è trattato come un fatto provvidenziale per la sua conversione all'islam. C'è un giustificazionismo dell'orrore che arriva persino a farle sentire l'abominio da lei subito come un giusto castigo per la sua miscredenza. Il suo sequestro, l'annichilamento di lei come persona per un tempo infinito, è stata un'opera voluta da Allah per spingerla a ravvedersi. Nel momento decisivo Allah attraverso il Corano le avrebbe infatti rivelato che tramite gli Al Shaabab era prigioniera non di terroristi ma misticamente di Muhammad, il Profeta in persona. Racconta Silvia Aisha: «Imparai un versetto prima ancora di diventare musulmana, il versetto 70 della surah al Anfal: "O Profeta, di' ai prigionieri che sono nelle vostre mani: - Se Dio ravvisa un bene nei cuori vostri, vi darà più di quello che vi è stato preso e vi perdonerà -. Dio è perdonatore misericordioso"». Non è che lei perdona i rapitori, no, è lei ad essere perdonata, è lei che da, proprio in quanto prigioniera!, ottiene la misericordia si converte. Che razza di operazione di ribaltamento della realtà è questa? Il male è il male. L'unico qui che viene riconosciuto come tale dalla Romano consiste nella sua vita precedente in quanto tale, lei era incarnazione del peccato dell'Occidente. I cristiani? Mai nominati.
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STRAGE DI CRISTIANI
La strage fatta dai suoi rapitori così gentili che hanno assassinato a sangue freddo 148 studenti universitari come lei, a Garissa, in Kenia, solo perché cristiani? Inesistenti. Ininfluenti. Accidenti che capitano agli infedeli? Invece dice: «I musulmani sin dall'inizio dell'islam sono stati perseguitati». Anche l'essere rapiti, l'essere privati della libertà in quanto "non musulmani", è parte di una giusta reazione alla persecuzione? Questo non è chiaro. Non è detto. Lei nomina una volta soltanto i terroristi, non per accusarli ma per dire: «Il Corano non è la parola di Al Shabaab!». Secondo me sottoscriverebbe anche Bin Laden. L'intervistatore Davide Piccardo non approva il rapimento, ci mancherebbe, neppure però - diciamo così - si strappa le vesti per il ratto di una ragazza sottoposta a una violenza atroce: parla delicatamente di «ingiustizia», «torto», «azione illegittima». Insomma, se volete leggerla tutta, l'intervista la trovate su internet, anche nella traduzione inglese, sotto la testata "La Luce - una voce che illumina". Noterete così che, con una simpatica incoerenza il sito ospita, proprio accanto alle parole durissime di Aisha Silvia contro i costumi occidentali che costringono le donne a mostrare «le loro forme», riducendole «a desiderio sessuale», una pubblicità di bikini a buon prezzo con modelle bene attrezzate allo scopo, e un'altra con il prezioso culetto di una ragazza reclamizzante «calze e collant a graduazione graduata», ma per fortuna nessuno è perfetto.
PICCARDO E I TURCHI
L'intervista-racconto è in realtà una clamorosa operazione di raffinata propaganda, perfettamente organizzata dall'autore, Davide Piccardo, spregiudicato e abile sostenitore dei Fratelli musulmani e "manus longa" degli interessi ideologici e strategici di Erdogan in Italia e nel mondo islamico, di cui il leader dei turchi vuole essere unico faro mondiale. Non ci stupisce a questo punto che siano stati i servizi di Ankara e di Doha - sostenitori dei Fratelli musulmani - a organizzare una liberazione molto serena. Piccardo è il direttore di www.laluce.news, punta mediatica del Caim (Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano) che è molto ben accreditato a sinistra. Le posizioni espresse da Piccardo (le ritrovate anche su Huffington.post), non c'entrano nulla, per intenderci, con le posizioni islamiche cosiddette moderate, tipo quella cui ha dato credito il Papa, il quale ha stretto rapporti di dialogo e collaborazione con il Grande Imam dell'università al-Azhar del Cairo, Ahmed al Tayeeb. Queste distinzioni dicono poco a chi - e non gliene facciamo una colpa - non ha nessuna intenzione di informarsi sulle diverse appartenenze musulmane e sulle inimicizie tra le scuole sunnite.
TARIQ RAMADAN
È forse utile sapere che al-Azhar propose la pena di morte per crocifissione dei miliziani dell'Isis (questi sono i costumi coranici, ahimè), sostiene Al Sisi, e considera terroristi buoni per la galera i locali sostenitori dei Fratelli musulmani. Tutte cose viste come fumo negli occhi da Piccardo. Il quale è allievo prediletto in Italia di Tariq Ramadan, l'intellettuale svizzero di origine egiziana che predica per vie morbide e sinuose la progressiva islamizzazione dell'Occidente. La tecnica è quella del revisionismo storico. Gli ultimi due articoli di "La Luce" sono espressione proprio di questo metodo. 1. La narrazione da Fioretti di San Francesco del terrorismo islamico, dove il lupo di Gubbio è la sciagurata ragazza che grazie a questo incontro con gli Al Shaabab si è redenta al modico prezzo di uno sciampo dell'anima. 2. La vera storia della famosa strage degli ebrei a Medina: tra i 600 e i 900 tra ragazzi e adulti furono decapitati (non tutti da lui, non era Ercole) dallo stesso Maometto. Che però si sostiene fu comunque molto misericordioso. P.S. Mi ero ripromesso di non disturbare più Silvia Aisha. Ha diritto alla sua pacifica privatezza. Ma quando si accetta di diventare testimonial di una propaganda menzognera, al di là della buona fede della Romano che nessuno può giudicare, allora ciao.