Ma la Meloni...
Vittorio Feltri, "Italia allo sfacelo? L'errore più grande lo ha fatto Matteo Salvini"
Gli Stati Generali (mistero buffo per chiunque si occupi di politica) sono finiti dopo otto giorni di chiacchiere intense quanto inutili, e non è successo niente di decisivo. Giuseppe Conte con i suoi convitati ha parlato della riduzione dell'Iva, ma si è affrettato a dire che sarà minima o inesistente, poi ha accennato ad una serie di nazionalizzazioni, dall'Alitalia all'Ilva, le quali tuttavia, se si realizzassero, aumenterebbero a dismisura il debito pubblico, già insostenibile da anni. Il risultato conclusivo della maratona oratoria organizzata dal premier è pari a zero, nulla di fatto. La situazione italiana neanche in teoria ha uno sbocco positivo. Il governo cammina al buio verso l'ignoto. I soldi europei su cui puntava non si vedono all'orizzonte, la cassa integrazione è a secco e non copre tutte le richieste, si promette un bonus a chi va in vacanza come se le ferie, in questa congiuntura, fossero una priorità. E sorvoliamo sul contributo agli acquirenti di biciclette e monopattini, quanto di peggio per rilanciare l'economia freddata da tre mesi di inattività della produzione industriale.
Il senso di marcia indicato da Conte, giustamente criticato da Confindustria, è astruso e non porta da nessuna parte se non verso il disastro. L'esecutivo non ha un programma, vivacchia senza sapere che pesci pigliare e gli italiani sono smarriti. Molti di essi si sono rimboccati le maniche secondo tradizione e scommettono soltanto su se stessi allo scopo di risorgere. Ce la faranno, non ne dubito, la storia dimostra: la gente si arrangia e in qualche modo si rimette in carreggiata. Il problema non risiede nel popolo, bensì in chi lo amministra, incapace di qualsiasi decisione in grado di condurre il Paese fuori dalle sabbie mobili della crisi. Qualcuno, ottimista, si illude che il presidente del Consiglio, di fronte al proprio fallimento, si dimetta aprendo le porte a nuove elezioni. Tale evento ci sembra improbabile.
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Siamo in estate, tra poco più di un mese il Parlamento chiuderà i battenti e fino a settembre e oltre la nostra politica sarà inerte. Senza contare un particolare: le Camere sono ingessate dalla maggioranza giallorossa, per modificare la quale si richiede l'intervento di un voto nazionale, attualmente inverosimile. Non attendiamoci novità, non ce ne possono essere e non ce ne saranno. In effetti siamo alla paralisi progressiva, allo stallo provocato da partiti poco inclini a trovare qualsiasi intesa idonea a fare rinascere la nazione. Secondo noi l'errore più grave lo ha commesso Salvini, allorché abbandonò il ministero dell'Interno facendo cascare il primo gabinetto Conte, il quale qualcosa - poco - aveva combinato. Da allora è stato uno sfacelo cui hanno contribuito il Pd e i grillini. Si dà anche il caso che il capo leghista sia uscito dal cono di luce e abbia inevitabilmente perso consensi al punto che oggi è difficile supporre egli possa recuperarli. Peccato. Per fortuna Giorgia Meloni è in forma smagliante e continua a salire nei sondaggi, pareggiando i conti nel centrodestra, sempre vicino al 50 per cento. Speriamo.