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Biazzo (Orienta): piano 'Garanzia Giovani' funziona, ora va potenziato

Roma, 20 nov. (Labitalia) - "Quello che alcuni si domandano sempre più spesso in questo periodo è l’effettiva utilità del piano 'Garanzia Giovani' in funzione dei risultati raggiunti e raggiungibili, soprattutto dal punto di vista dello sbocco occupazionale. Ebbene, il piano sta funzionando anche in questo senso. I benefici cominciano a vedersi. Ora il piano va potenziato per ridimensionare i 2,4 milioni di Neet". Non ha dubbi Giuseppe Biazzo, amministratore delegato di Orienta Spa, agenzia per il lavoro che rende noti i risultati (parziali) sui primi mesi delle sue attività con 'Garanzia Giovani'. I giovani coinvolti nel piano, al 12 novembre 2015, sono oltre 861mila, +10mila in una sola settimana e con un evidente trend di crescita. Il 70% circa di loro è già stato preso in carico e a oltre 222mila è stata proposta una delle misure previste dal programma (formazione, accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocini, servizio civile, autoimpiego, indennità di mobilità per lavoro all’estero, bonus assunzione), più 18,1% nelle ultime quattro settimane. "Ma occorre fare una premessa: i posti di lavoro crescono - avverte Biazzo - in funzione della crescita economica e le potenzialità del piano vanno valutate in relazione alle sue capacità di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. 'Garanzia Giovani', quindi, non crea lavoro e da solo non può risolvere la disoccupazione giovanile in Italia, ma facilita l’occupabilità dei giovani, altrimenti indebolita". "E’ uno strumento - spiega l'ad di Orienta - di politica attiva del lavoro. Solo da questa prospettiva può essere valutato correttamente. In questo senso, i primi risultati sono ampiamente positivi come possono riscontrare coloro che ogni giorno si misurano con 'Garanzia Giovani' attraverso una costante attività sul campo, anche se non vanno sottovalutate alcune criticità". Nello specifico, segnala Orienta, nella sola regione Lazio ha preso in carica 1.000 giovani, di cui 501 tramite accompagnamento al lavoro (scouting) e 495 tramite tirocini. Di questi 1,000, giovani il 30% ha la licenza media mentre il restante 70% è costituito da neodiplomati e neolaureati e di conseguenza con nessuna esperienza di lavoro. Rispetto ai giovani interessati coinvolti (495), il 65% nella sola regione Lazio ha ricevuto un’opportunità di tirocinio. A partire da novembre 2015, inoltre, i più meritevoli verranno confermati con un’assunzione: il rapporto è di 1 contratto di lavoro per ogni 5 stage terminati. Inoltre, su 1.000 giovani assegnati, 650 hanno usufruito della misura di orientamento specialistico che fornisce ai giovani strumenti in più per muoversi nel mercato del lavoro sulla base delle rispettive predisposizioni e competenze. Una misura che servirà per l’intero arco lavorativo e professionale. Anche in Lombardia sono possibili delle prime valutazioni. Orienta ha inserito già 120 giovani nel mondo del lavoro tra tirocini e assunzioni dirette (circa il 10%). Inoltre, a circa 50 giovani sono stati attivati dei corsi di formazione professionale, anche se al momento non è stato raggiunto un risultato in termini occupazionali. “Nella situazione odierna - sostiene Biazzo - è improbabile che un’azienda decida di assumere subito giovani scarsamente preparati o appena usciti da un percorso di studi. E’ necessario intervenire prima su questi giovani per accrescere le loro competenze, sia professionali sia trasversali, permettere loro di fare esperienza sul campo, metterli in relazione concreta con il mondo del lavoro e dare la possibilità alle aziende in un arco temporale ragionevole di poter valutare l’assunzione. A questo scopo il piano 'Garanzia Giovani' si sta confermando utilissimo. Si tratta di uno strumento di grande efficacia, certamente migliorabile in alcuni suoi aspetti, che andrebbe reso strutturale per ridimensionare drasticamente il triste fenomeno dei Neet che in Italia coinvolge 2,4 milioni di giovani”. "I dati qui forniti sono relativi a due delle principali regioni italiane, ma tra qualche mese sarà possibile ragionare su numeri più significativi e ampi, seppure quelli attuali dimostrano almeno dal punto di vista del metodo che questo strumento di politiche attive per i giovani 'scoraggiati' o nella fase d’ingresso nel mondo del lavoro può funzionare", conclude.