Mafia nigeriana

L' ASCIA NERA SU PARMA

Andrea Bisaschi

Tra i gruppi criminali stranieri che in Italia hanno dimostrato una notevole versatilità nel traffico degli stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione, unite ad una forte capacità adattativa all’ambito territoriale in cui si trovano ad operare (relazione della DIA, Direzione Investigativa Antimafia, 2017), vi sono i nigeriani strutturati in “confraternite”, vaste e ramificate reti criminali organizzate sul modello dei clan, all’interno dei quali gli affiliati intimidiscono e sottomettono altri membri e soggetti esterni, praticando rituali voodoo, rapine e sequestri di persona. In realtà, in Italia, il fenomeno criminale nigeriano inizia negli anni Ottanta in Piemonte con Torino in testa, in Lombardia, in Veneto e in Emilia Romagna per poi interessare la Campania, in particolare la zona di Caserta. Già nel 2005 i nostri servizi di intelligence , segnalavano a diversi uffici investigativi territoriali alcune attività illecite commesse da gruppi senza una stabile organizzazione che nel tempo hanno poi acquisito un peso maggiore nel panorama criminale, conquistando quelle parti di mercato non controllate dalla nostra malavita organizzata (cosa nostra, 'ndrangheta, camorra, sacra corona unita) che tradizionalmente considerava lo sfruttamento della prostituzione un’attività di basso profilo e poco remunerativa ed utilizzava manovalanza criminale straniera per lo spaccio al minuto degli stupefacenti. Questi segnali però non sono stati presi seriamente in considerazione, come purtroppo spesso accade nel nostro Paese e oggi, la mafia nigeriana, risulta essere tra le strutture criminali di matrice africana la più invasiva, formata da diverse cellule criminali indipendenti e con strutture operative differenziate ma interconnesse, dislocate in Italia e in altri Pesi europei ed extraeuropei. Nel nostro stato operano anche un paio di gruppi, i "Black Axe” (Ascia Nera) e gli "Eye”, che in Nigeria all’interno delle università si sono resi protagonisti di molti omicidi, intimidazioni e reati predatori. Sono attivi nel traffico di stupefacenti, nella tratta di esseri umani e nello sfruttamento della prostituzione, anche in opposizione con altre frange rivali della stessa comunità. Fonti qualificate hanno sottolineato la particolare aggressività di molti affiliati agli appena citati gruppi ed in particolare quello degli Eye nel quale si entra a far parte con un vero rito di iniziazione che prevede, oltre ad un versamento di denaro in contanti, una prova di forza consistente nel sottoporsi volontariamente ad un pestaggio, con le mani legate e incappucciati, da parte dei membri più anziani e un giuramento mentre si assume una bevanda di sangue umano ed alcol, quale segno di fedeltà sino alla morte. Non mancano i simboli che li identificano come la lunga “sciarpa azzurra” che indossano i membri Eye, il gatto nero con basco militare tatuato sulla spalla come distintivo dei “Black Cats” (altro sodalizio presente in Campania ma anche a Padova), il triangolo isoscele privo di base e con due occhi stilizzati alle estremità racchiuso in un cerchio con la scritta “Guarda com’è bello e piacevole per i fratelli dimorare insieme in unità” per la confraternita ROF (Reformed Ogboni Fraternity). Quest’ultima è, probabilmente, la più pericolosa e quella che cura maggiormente la selezione degli adepti. L’affiliazione avviene solo in Nigeria e prevede addirittura l’uccisione di una persona cara, di un parente o di un bambino.  La ROF è stata fondata a Obun -Eko (Nigeria) ed ha diverse rappresentanze in Ghana, Senegal, Sud America, Gran Bretagna, Francia e Olanda. Nel contesto nigeriano la ROF è nota per la ferocia delle azioni delittuose e per l’aggressività nei mercati illegali, soprattutto nel narcotraffico, nella tratta di connazionali e nello sfruttamento della prostituzione. In Italia la sede centrale italiana è a Castel Volturno (Caserta), con articolazioni distaccate in Umbria, Veneto, Piemonte, Lombardia e Sicilia. Le prime notizie sulla presenza nel nostro paese della ROF risalgono al 1995 quando a Torino, in un locale, si riunirono diversi nigeriani provenienti da diverse parti della penisola. Oggi alcune associazioni criminali nigeriane sono diventate vere organizzazioni mafiose come è emerso da alcune inchieste giudiziarie. Così la “mafia nera” si inserisce nel panorama delle mafie nostrane fornendo diversi servizi criminali, operando come fornitrice, mediatrice e organizzatrice anche dei traffici di droga in molti paesi europei ed extraeuropei come hanno riferito il capo della Polizia di Stato Gabrielli e il Procuratore Capo Nazionale anti mafia Roberti. A Parma domenica 13 agosto in piazzale Dalla Chiesa, di fronte alla stazione, verso le 9.40 di mattina dalla discussione tra due nigeriani è scaturita una rissa con bottiglie rotte e coltelli che ha coinvolto una ventina di persone. Purtroppo di casi simili nella città emiliana negli ultimi tempi se ne sono verificati diversi. Sembra che l motivo principale sia il controllo dello spaccio da parte delle diverse fazioni. Il grande problema è che dopo essere stati arrestati dalle Forze di Polizia, molto spesso vengono rilasciati poche ore dopo e riprendono immediatamente a posizionarsi nelle stesse identiche zone in cui sono stati fermati. Gli agenti di pubblica sicurezza quindi dopo aver magari rischiato di prendere una coltellata, per aver cercato di sedare una rissa, hanno anche la sorpresa di ritrovarseli magari il giorno dopo nella stessa strada. Ma non dimentichiamoci gli infermieri e i medici del pronto soccorso, che ho avuto il piacere di istruire per quanto riguarda la protezione personale, i quali molto spesso si trovano a dover gestire due o più feriti portati d'urgenza al Pronto Soccorso dopo una colluttazione, che riconoscendo il nemico ricominciano ad azzuffarsi. Gli infermieri purtroppo più di una volta hanno subito aggressioni da parte di alcuni di questi delinquenti sotto l'effetto di alcol e sostanze stupefacenti.