Sempre in Danimarca

Marius, vogliono uccidere una seconda giraffa

Valentina Princic

Stesso nome, stesso destino; cambia solo la location. Questa volta si tratta della giraffa Marius dello Jyllands Park della città di Herning, sempre in Danimarca, omonima dell'animale ucciso allo zoo di Copenaghen solo pochi giorni fa, domenica 9 febbraio. E le proteste in arrivo da tutto il mondo, crescono ogni ora sempre più. Dopo la morte dell'esemplare - ucciso da un colpo di pistola alla testa, poi sezionato e dato in pasto ai leoni sotto gli occhi dei bimbi - proseguono le polemiche sulla crudeltà usata nei confronti della giraffa. Lo smembramento senza pietà, con i resti dati in pasto ai leoni, davanti agli occhi increduli di famiglie con bambini e alle tante telecamere che riprendevano la scena, ha riaperto la ferita nel cuore degli animalisti: "Non si può uccidere un'altra giraffa nella stessa maniera".  A differenza dell'esemplare di soli 18 mesi ucciso allo zoo di Copenaghen per problemi di consanguineità (ovvero per evitare l'accoppiamento tra parenti, causa di malattie genetiche), Marius è un maschio di 7 anni e sarebbe "di troppo" al Jullands Park. Quest'ultimo resterà in vita solamente se allo zoo si riuscirà ad acquistare una femmina. "Non possiamo tenere due maschi e una femmina - ha spiegato il direttore responsabile della struttura Janni Loejtved Poulsen - ci sarebbero continuamente dei combattimenti". Purtroppo però questa soluzione che sembra essere fattibile, è nella realtà impraticabile in breve tempo; proprio per questo l'unica possibilità di salvezza per la giraffa sarebbe il trasferimento immediato in un altro zoo. "Se il coordinatore del programma di allevamento dello zoo decide rà che l’animale deve essere abbattuto, allora lo faremo", ha concluso Poulsen. Nel frattempo il deputato Andrea Zanoni, al Parlamento europeo ha informato il ministro danese per l'Alimentazione, l'Agricoltura e la Pesca, Dan Jorgensen: "Non riesco a capacitarmi per quanto è successo nello zoo di Copenaghen, visto che Marius era in buona salute e avrebbe quindi potuto essere ceduto o venduto ad un altro zoo - ha spiegato l'eurodeputato Pd -. Sembra che altri giardini zoologici si fossero effettivamente offerti di prenderlo. Non sono nemmeno state cercate alternative non letali e molti bambini hanno assistito a uno spettacolo schockante. È incredibile che un Paese all'avanguardia come la Danimarca, un Paese che spesso cito in Italia come esempio in materia ambientale e di benessere animale, abbia potuto permettere questo per di più considerando che l’animale era di proprietà dello Stato danese. Una decisione inspiegabile che rende il mondo un poco più triste. I responsabili devono essere puniti".  di Valentina Princic