Prima di comprare, una su 4
Anche se sei italiane su dieci conoscono l'importanza di una dieta corretta per la salute, il 75% chiede che sia fatta educazione alimentare in tv e a scuola, e solo una su dieci si sente poco informata sul tema, in realtà una su quattro non legge la lista degli ingredienti prima di mettere un prodotto nel carrello. La fotografia delle donne davanti agli scaffali del supermarket viene da un'indagine condotta su 500 italiane dai 30 ai 60 anni, promossa da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), con il supporto del Pastificio Rana. I risultati della ricerca, presentata oggi a Milano, promuovono soprattutto le over 50 con famiglia, e le giovani mamme: più attente alla qualità che al prezzo, e preoccupate di non servire troppe calorie nel piatto. Poco tempo a disposizione, troppi pasti fuori casa e prezzi a volte alti sono i principali ostacoli a un'alimentazione “doc” nelle case del Belpaese, infatti come spiega Elena Ripamonti, director manager di Elma Research, fra le donne intervistate, «a seconda della vita lavorativa e familiare, emergono diversi profili e comportamenti, mentre sono meno evidenti le differenze regionali». In generale, «gli sforzi crescono quanto più crescono le responsabilità alimentari nei confronti dei propri cari». In particolare, sono quattro gli “identikit” tracciati grazie all'indagine: c'è innanzitutto «la massaia: donna over 50 con famiglia, che prepara i pasti in casa, certa di offrire ai propri cari una alimentazione sana ed equilibrata»; poi c'è «la giovane mamma», che «legge la lista degli ingredienti e solo secondariamente il prezzo, teme l'eccesso di grassi e calorie, cerca di scegliere per i propri figli alimenti più naturali e leggeri, e alla quale piacerebbe migliorare lo stile alimentare della famiglia»; il terzo profilo è quello della «mamma di adolescenti», che «si sente soddisfatta del proprio stile alimentare. Se casalinga osserva in primo luogo il prezzo, poi la marca dell'azienda produttrice senza però leggere la lista degli ingredienti, e non è generalmente interessata a cambiare la propria alimentazione. Se lavoratrice, invece, al prezzo antepone la lista degli ingredienti e l'attenzione alla marca»; infine c'è «la donna senza figli, lontana dal concetto di alimentazione funzionale alla salute se nubile, ma più responsabile se sposata, con più attenzione agli ingredienti, ai piccoli produttori, pur continuando a preferire il gusto alla leggerezza e alla digeribilità». Fra le italiane attente all'etichetta, due su tre hanno, a volte o spesso, “bocciato” un prodotto dopo aver letto gli ingredienti o la tabella nutrizionale: di queste, il 38% è stata dissuasa dall'acquisto per l'elevato contenuto di grassi o la presenza di grassi idrogenati, il 36% per la presenza di conservanti, il 30% per i coloranti e il 10% per la provenienza estera. Nonostante il buon livello di conoscenza del campione analizzato, tre donne su 4 apprezzerebbero che si facesse ancora più informazione. La scuola, insieme alla stampa, è il secondo canale di informazione richiesto (25% per entrambe le voci), preceduto solo dalla televisione (68%). «L'alimentazione può svolgere un ruolo importante sia come fattore determinante la buona qualità della vita, sia come fattore di rischio per l'insorgenza di numerose patologie», afferma Francesca Merzagora, presidente di Onda, che evidenzia che «le donne svolgono un ruolo determinante in famiglia, perché punto di riferimento e artefici dello stile alimentare che caratterizza sé e i propri cari». Come ricorda Michele Carruba, presidente della Società italiana dell'obesità, la quantità e la qualità dei cibi che assumiamo è cruciale contro obesità, ipertensione, cardiopatie, diabete, osteoporosi e cancro: «è quindi importante leggere sempre le etichette privilegiando gli ingredienti leggeri e di qualità, non fritti e poco elaborati», raccomanda l’esperto, secondo cui, «le istituzioni devono adeguarsi con iniziative dedicate. A Milano, per esempio, con Milano Ristorazione abbiamo ideato menù equilibrati e gustosi per i pasti nelle scuole, trasformando la refezione in un momento educativo». Giampaolo Landi di Chiavenna, assessore alla Salute, Comune di Milano, concorda: «Oggi si sa che modificare il regime alimentare è una delle strategie preventive più efficaci. I disturbi alimentari sono in aumento e per contrastarli abbiamo iniziato dai più piccoli. Così, in collaborazione con Milano Ristorazione, abbiamo realizzato progetti che hanno come scopo la promozione e la diffusione di stili di alimentazione corretti nella popolazione in età scolare. L'erogazione di pasti equilibrati a scuola mira a diffondere tra i più giovani principi e abitudini alimentari che nel tempo si consolidano in abitudini e stili di vita salutari, prima forma di prevenzione di molte patologie».