La cura Monti è un placebo

Mattias Mainiero

  Caro Mainiero, obbligati a mandar giù amaro, non possiamo fare altro se non obbedire. Il governo non è stato eletto e quindi non si può dire “questi non li votiamo più”. Più di qualcuno per far fronte alle gabelle imposte dal governo dovrà rompere il salvadanaio dei bambini. Quello che le persone vorrebbero sapere è se si può avere, almeno a grandi linee, una scadenza di queste manovre, degli impegni che dicano: e va bene, ora siete tartassati, ma fra due, tre, quattro anni vedrete i risultati. Umberto Brusco e.mail Insomma, lei vuole sapere se possiamo avere almeno un filo di speranza, se il futuro sarà migliore. Vuole sapere se dopo i sacrifici arriverà anche qualcosa di diverso, un piccolo premio, un bonus, una vita più decente. Oggi è domenica, giornata un tempo dedicato al Signore, ora al riposo, agli svaghi (quelli poco costosi o nient’affatto costosi), alla famiglia, speriamo anche alla lettura. Giornata da trascorrere in serenità. Glielo dico allora a bassa voce, tentando di essere il più possibile tranquillizzante: no, non ci sono speranze. E mi scuso per la brutalità, perché certe cose tranquillamente non si possono dire. Non ci sono speranze perché l’Italia non ha voltato pagina, perché l’economia non migliora (anzi, peggiora). Perché Monti gode di ottima stampa, nazionale e internazionale. Ma anche la stampa amica prima o poi dovrà ammettere che la sua cura non fa effetto per il semplice fatto che non esiste. Facsimile di cura. Placebo. L’Europa ora spalanca le porte all’Italia, la Germania ci considera affidabili, gli Stati Uniti ci lodano, la Francia torna ad invidiarci. Ma le privatizzazioni? E le liberalizzazioni vere? E le grandi opere pubbliche che segnano il passo? E la diminuzione della spesa pubblica, gli stimoli alla crescita, la dismissione del patrimonio immobiliare di cui si parla da millenni, l’abolizione delle Province? Chiacchiere, mille decreti, vertici, infinite lezioni di economia. E nient’altro. Qui, se non fosse stato per la Bce (un trilione, un trilione di euro regalati alle banche), staremmo ancora con lo spread alle stelle, che invece scende, sotto il vigile sguardo di Mario Monti e grazie a Mario Draghi. Ma i soldi finiranno, la Bce dovrà passare la mano ai governi e i conti non torneranno più. Prima o poi. Oggi è domenica, caro mio: se ci crede, dica un bella preghiera, si rivolga a qualche santo molto potente. E vedrà, sempre se è credente, che un po’ di speranza salterà fuori. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it