Anche su Marte bisognerebbe pagare le tasse

Mattias Mainiero

  Egregio Mainiero, lei, persona saggia che leggo tutti i giorni, dia una risposta a questo mio pensiero. La campagna pubblicitaria realizzata dal ministero dell’Economia per sensibilizzare i cittadini sulla necessità di pagare le tasse dice: “Evasore fiscale, parassita della società”. Ma nel mio versare le tasse non utilizzo: il treno, ma pago il contributo; il bus, ma pago il contributo; l’asilo, ma pago il contributo; le palestre comunali, ma pago il contributo. I Tir distruggono le strade e io pago. Non le sembra che con questa solidarietà sia lo Stato parassita nei miei confronti? Paolo Bertan e.mail Mi sembra che i servizi, con qualche eccezione, facciano schifo e che si paghi più di quanto si riceva. E dunque mi sembra che i contribuenti dovrebbero tassarsi (una tassa in più o in meno ormai non fa differenza) e organizzare una campagna pubblicitaria. Slogan: «Pago e il parassita mi succhia il sangue». Mi sembra anche, però, che noi paghiamo le tasse da una vita e i servizi sono sempre stati una mezza schifezza. E la cosa solo oggi ci dà molto fastidio. Perché? Provo ad ipotizzare. Perché, fin quando i politici rubavano e permettevano a larghi strati della popolazione di rubare e di evadere, tutto andava bene: sapevamo del furto generalizzato e dei servizi-mezza-schifezza di cui sopra, ma ce ne strafregavamo perché avevamo il nostro tornaconto. Applicavamo una sorta di compensazione fiscale: l’ospedale è indecente, il treno idem, ma io faccio la cresta, anzichè pagare 100 pago 80, e allora il conto torna e io vado avanti. Un tacito patto fra cittadini abbastanza disonesti e politici totalmente disonesti, tutti consapevoli del fatto che, alla fine, a salvarci sarebbe stata l’ennesima svalutazione della lira, Bankitalia che stampava moneta, il debito pubblico che cresceva e via discorrendo. Mettiamoci una pietra su, caro Bertan: ora le cose sono cambiate, il debito deve diminuire e le svalutazioni non sono possibili. Ergo, le tasse si devono pagare, ovviamente mugugnando, perché a nessuno piace pagare. E non mi venga a dire che lei non ha mai preso un treno e non ha mai utilizzato un prodotto che viene trasportato dai Tir che rompono le strade. Al fatto che lei viva su Marte non ci credo. Anche perché, se stesse lassù, dovrebbe pagare le tasse marziane, magari non per via dei Tir ma di qualche navicella spaziale che rompe le nuvole. Attenzione, pare che le riparazioni delle nuvole siano molto costose. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it