Escort e gigolò: anche loro devono pagare
Egregio Mainiero, ho ascoltato un’intervista ad una escort, pizzicata dall’Agenzia delle entrate, alla quale il fisco ha richiesto 84mila euro di imposte. Ha contrattato e le è stato praticato uno sconto di 44 ila euro. I restanti 40mila euro sono stati rateizzati. Qualche anno fa sono risultata debitrice di 31 euro. Con gli interessi, sono stata costretta a pagare 130 euro. Sarò ingenua, ma questa disuguaglianza di trattamento mi disturba parecchio. Luisa Ricchi Bologna E mi sembra normale: chi è che, pagando regolarmente le tasse, facendo i salti mortali per adempiere al proprio dovere di contribuente, non si disturba perché altri godono di trattamenti di chiaro favore? Si disturba lei, mi disturbo io e si disturbano tutti, almeno tutti coloro che non fanno i furbi, non portano i soldi all’estero, non eludono, non evadono e pagano, pagano e ancora pagano. Detto questo, consoliamoci: almeno, quelli della escort, sono soldi recuperati, a fronte di soldi che fino a ieri nessuno pensava di poter recuperare. A Rovigo hanno pizzicato un gigolò. Reddito dichiarato: zero. Però, il signore nullatenente possedeva una Nissan, un Suv, una Honda 600 Hornet (è una moto), quattro terreni e cinque fabbricati. Ora o scenderà a patti col fisco oppure, è presumibile, perderà fabbricati e terreni, e forse anche la moto. Una signora quarantenne, professionista del sesso, dichiarava in media un reddito di 15 mila euro. E possedeva otto appartamenti più una villetta a Jesolo e una Bmw serie 3. Qualche anno fa aveva anche portato un po’ di soldi all’estero. Un giovanotto di 35 anni, gigolò come il primo, dichiarava più o meno 300 euro di reddito annuo. Aveva otto terreni e sei case. Complessivamente, nel Veneto hanno beccato nove professionisti del sesso. Totale: un milione di tasse evase, ogni anno. A Bologna hanno fatto un po’ di conti: redditi non dichiarati per le professioniste e i professionisti del sesso ammontanti a quasi 200 milioni di euro. Vuol dire una cinquantina di milioni di euro sottratti alle casse dello Stato. Ultimo dato: secondo l’Istat, in Italia la prostituzione dà lavoro a 70 mila persone. Giro di affari mensile: 90 milioni di euro. Lei ha ragione da vendere, cara signora. Ma, se di questo tesoro lo Stato italiano recuperasse almeno una minima parte, io sarei contento. Immagino che, pur non facendo salti di gioia, anche lei sarebbe un po’ meno dispiaciuta di oggi. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it