No Tav: diciassette anni e nulla di fatto
Gentile dottor Mainiero, in Italia qualsiasi innovazione trova sempre ottusi oppositori, ne sono un esempio i no Tav in Val di Susa. E’ constatato anche che il mancato duro intervento dello Stato nel punire gli atti vandalici attribuisce una sorta di salvacondotto ai più facinorosi. Chiedo a lei se non sia il caso di dare un esempio di fermezza nell’affermare i valori della democrazia militarizzando le opere strategiche. Voglio vedere chi avrà il coraggio di sfidare l’esercito. Angelo Trotta e.mail I blindati, caro Trotta? Qualche elicottero Apache prestatoci dagli Stati Uniti? E cos’è questa, la primavera della Val di Susa? Immagino lo slogan: l’ordine regna sulla Tav. Non esageriamo. I soldati, in Italia, sono già utilizzati abbastanza male, per raccogliere immondizia e spalare la neve. Forse, sarebbe il caso di farli ridiventare soldati, di mandarli in Afghanistan, se serve, o in qualche altro posto dove si fa la guerra. Qui da noi, per le cose interne, bastano le forze di polizia, con l’aiuto di qualche magistrato. Basterebbe ricordarsi che esistono le leggi e che le leggi vanno rispettate, anche quando non si dichiara lo stato di guerra. In qualunque Paese del mondo, caro Trotta, se un signore o un gruppo di signori occupa una strada, blocca una ferrovia, fa irruzione in un ufficio, nel giro di pochi minuti viene preso di peso e portato in questura. Dopo pochi giorni è stato anche processato e condannato. In Inghilterra, nello scorso mese di agosto, scoppiarono disordini e scontri. Furono dati alle fiamme edifici e auto. C’era stata una sparatoria. Un uomo, nel quartiere di Tottenham, a Londra, durante l’arresto aveva ferito un poliziotto. I poliziotti avevano risposto al fuoco uccidendolo. Poi una marcia di protesta. Quindi gli incidenti, i saccheggi, gli episodi di sciacallaggio. Il Premier, Cameron, interruppe le vacanze in Toscana e rientrò a Londra. Il Parlamento, riunito in seduta straordinaria, decise che non bisognava ricorrere all’esercito. I poliziotti erano sufficienti. E furono arrestate 1.700 persone. Dopo pochi giorni non c’era più traccia della protesta. In Italia la prima grande manifestazione no Tav risale al 1995 (2 marzo). Diciassette anni fa. E dopo diciassette anni ancora ci interroghiamo su come fermare le proteste illegali, se bisogna porgere l’altra guancia o bisogna porgerle tutte e due. Un modo come un altro per svilire la democrazia. Anche senza esercito. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it