Attenti all'accetta di Grillo

Mattias Mainiero

Egregio Mainiero, sono un occasionale lettore del suo giornale e un deluso elettore di destra, nauseato dalla pletora di nani e ballerine che siedono in Parlamento e dal settarismo giornalistico di chi ci propina l’informazione. Mi sono imbattuto nella sua infelice requisitoria contro Grillo. Nel suo articolo si chiede quali possano essere gli imbecilli che contribuiscono al 5,5% che secondo i sondaggi Grillo potrebbe raccogliere. Io sarò uno di quelli e non solo perché condivido in buona parte le idee di Grillo, ma perché non posso accettare di essere rappresentato da chi ignora il disagio della gente comune o ne parla per sentito dire. Valter Bianchi e.mail Mettiamola così: siamo in democrazia. Dunque, lei è libero di votare chi preferisce. Però, anche in democrazia, ci sono cose che non si dovrebbero fare. Per esempio, leggere in un articolo ciò che nell’articolo non è stato scritto: mai detto che chi è dalla parte di Grillo è un “imbecille”. Veniamo al dunque. Lei parla di requisitoria (“infelice requisitoria”). Concetto interessante. Sembra di capire che chi non la pensa come lei non è un giornalista in disaccordo con le sue opinioni. E’ un pubblico ministero che chiede al giudice (immagino i lettori) la condanna dell’imputato, e la chiede non in base a prove oggettive ma perché spinto dal “settarismo giornalistico”. Non va, caro mio. Innanzitutto perché io non sono un acefalo servitore di una parte politica. In secondo luogo perché lei commette lo stesso errore di Beppe Grillo: fa del dissenso un attacco frontale, trasforma la disputa in una battaglia a tutto campo, divide il mondo a metà, qui il bene (cioè Grillo e i suoi grillini), là gli altri, cioè tutto il male possibile e immaginabile. Qui la correttezza, la purezza. Là ogni forma di corruzione e stupidità. Grillo vive con l’accetta in mano e da buon populista raccatta consensi non in base ad un programma o un’idea politica ma sfruttando il diffuso malumore e le insoddisfazioni italiane. E lei, che pure contesta questo mio ragionamento, lo conferma: sta dalla parte di Grillo perché non può “accettare di essere rappresentato da chi ignora il disagio della gente comune”. Ci sta per esclusione, non per intima convinzione. Lei ha abboccato all’amo della demagogia. E io non sono un suo nemico. Sono solo una persona che le fa notare che un Parlamento di nani e ballerine è un disastro. Un Parlamento di nani, ballerine e comici sarebbe un disastro ancora peggiore. mattias.mainiero@libero-news.eu