Corsa scudetto
Crisi MilanLa sola speranzaè Cassano
Aggrappato a una piccola speranza che ha le fattezze di Antonio Cassano. Massimiliano Allegri non ci sta a dire addio allo scudetto con cinque turni di anticipo e sprona il Milan a crederci. Ma per approfittare di un improbabile passo falso della Juve contro squadre di bassa classifica (si parte oggi a Cesena), i rossoneri devono rimettersi in marcia già dal match contro il Genoa. «Arrivare secondi brucia, dobbiamo tenere aperta una “porticina” per lo scudetto», chiede ai suoi l’allenatore rossonero prima della partita contro i rossoblu (in ritiro a Milano dopo i fatti di domenica a Marasis), «la Juventus ha un grande vantaggio, ma può succedere di tutto. Intanto, torniamo a vincere in casa: i ragazzi ci credono». Torna Boa - Proprio le squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere sono state l’incubo dei diavoli nelle ultime due uscite interne: Fiorentina e Bologna hanno portato via da San Siro quattro punti pesantissimi dopo l’eliminazione dall’Europa. Proprio quei punti che ora il Milan deve recuperare sulla Juventus per riagguantare lo scudetto. «I bianconeri sono favoriti, hanno tre punti di vantaggio e gli scontri diretti a favore. Ci sono 5 giornate da giocare, non so cosa succederà», dice convinto Allegri, «pensiamo a noi stessi, nel calcio può capitare di tutto. Se la Juve farà 86-87 punti, farà un campionato straordinario. Segnare di più e difendere meglio: questi i diktat dell’allenatore livornese che si definisce «il primo responsabile di quanto è successo». Ad aiutare il reparto arretrato non ci sarà Thiago Silva, che ha dato forfait all’ultimo (con Bonera squalificato e Mexes acciaccato, largo a Yepes accanto a Nesta), mentre in avanti fiducia a Cassano. Con Boateng al rientro ma solo in panchina, il barese dovrà riallacciare il discorso interrotto dopo la partita dell’Olimpico con la Roma. Finalmente dal 1’, «anche se non ha i 90’ nelle gambe», precisa Allegri. Un ritorno atteso dal 29 ottobre scorso, il giorno del malore al ritorno dalla vittoriosa trasferta contro la Roma. E fondamentale anche per Ibrahimovic, irriconoscibile nel dopo-Barcellona e rivitalizzato contro i felsinei proprio dall’ingresso del barese. Anche perché il bilancio di Cassano parla da solo: tre gol e sette assist in 12 partite in avvio di stagione. Solo Ibra e Robinho (che resta a casa) hanno fatto meglio nei passaggi vincenti, ma nel triplo delle presenze. Caso Clarence - Smentito dal diretto interessato il caso Seedorf («È stato solo uno sfogo di uno che ci tiene tantissimo, sto vivendo intensamente i miei ultimi mesi qui», le parole dell’olandese comunque non convocato oggi), arriva come un macigno la battuta di Silvio Berlusconi a Montecitorio: «Voi soffrite gratis. Io ci metto pure i soldi...», ha risposto il presidente a un deputato del Pd e tifoso milanista insoddisfatto. Ad Allegri non resta che guardare avanti, ma non troppo lontano. Van Basten, ma anche Capello (dirigente con Costacurta in panchina), Guardiola e Spalletti: fioccano i nomi per il futuro. Degli “spettri” non da poco da scacciare «fino al 13 maggio. Per ora tengo duro con i capelli, ma mi sa che se continua così rischio di perderli anche io», sorride l’allenatore del Milan, «io sono una persona concreta e penso alle prossime 5 partite. Mi giocherò lo scudetto fino alla fine. Le decisioni, poi, competono alla società». A meno di un miracolo dalle fattezze di Antonio Cassano. di Francesco Perugini