Una giornata drammatica
Polverini: "Via i tumori dalla regione". Passano i tagli, niente dimissioni
O si cambia o si muore. Renata Polverini, disgustata dallo scandalo dei rimborsi Pdl, si era detta pronta a dimettersi e a far finire la legislatura in anticipo, se il Consiglio non procederà a quei tagli di cui si parla da tempo, ma che di fatto non sono stati mai effettuati. E quei tagli, invocati con toni drammatici in una tesissima riunione del Consiglio, sono arrivati: la maggioranza alla Regione Lazio si compatta e dà via libera alla mozione della governatrice che prevede una sforbiciata alle spese del Consiglio stesso. Si tratta di una serie di provvedimenti che entro il 2013 prevede la riduzione delle spese dagli attuali 98 milioni di euro a 70. A favore hanno votato in 41, mentre gli astenuti sono stati 26 e tre gli assenti. La governatrice inizia a fare pulizia e, presumibilmente, resterà al suo posto. "Via i tumori" - L'ultimatum era stato ripetuto dalla governatrice nel suo intervento nella seduta straordinaria del Consiglio regionale con al centro la questione dei fondi a disposizione dei gruppi regionali. "Ciò che sta accadendo in Regione - ha dichiarato la Polverini - è un atteggiamento insopportabile e indecente, così lo percepiscono i cittadini". Quindi le scuse "a nome di tutti quanti noi ai cittadini del Lazio per quello che hanno dovuto leggere in questi giorni e ascoltare su ciò che si è consumato all'interno di questa istituzione" e il ringraziamento nei confronti di "coloro che per dovere di trasparenza hanno deciso di assistere alla seduta". L'ex sindacalista, rabbiosa, usa toni durissimi, chiedendo di "estirpare i tumori che ci sono qui", in Consiglio Regionale. "Vanno estirpati come sono stati estirpati i tumori dalla mia gola". In un intervento tanto appassionato quanto drammatico, la Polverini ha tuonato: "E' ridicolo lavorare per nulla, io non sono più disponibile a lavorare per nulla e vergognarmi di uscire di casa e affrontare la gente". Nodo dimissioni - In Consiglio, la presidente del Lazio, pur minacciandole, non avevarassegnato le dimissioni ma posto l'ultimatum sui tagli. In mattinata la Polverini aveva riunito la sua giunta a cui aveva spiegato: "Vi volevo informare che mi dimetto". La governatrice sembrava determinata: "Devo avere risposte precise, altrimenti lascio". Nella sala era calato il gelo, ma dopo le prime indiscrezioni la presidente aveva smentito la riunione. Diversi membri dell'esecutivo regionale, però, hanno confermato sia l'incontro sia i contenuti del messaggio della Polverini. Nel corso dell'intervento in aula, l'ex sindacalista ha spiegato: "O invertiamo la rotta o è meglio andare a casa. Se non diamo il segno di un'inversione andremo a casa, poiché non ho intenzione di fare alcun passo indietro. O stasera usciamo da qui convinti che vogliamo voltare pagina, oppure usciremo convitni che siamo l'ex isituzione del Lazio, io per prima". La presidente ha invitato quindi la propria maggioranza a procedere con una serie di azioni per diminuire i costi della politica. "Se la sfida che oggi lancio verrà accolta - ha detto Polverini - andremo avanti altri due anni e mezzo, altrimenti ci saluteremo stasera". La presidente Polverini ha inoltre citato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, asserendo che la sfida deve essere "fatta adesso". "Chi arriverà dopo di noi - ha concluso - questa rivoluzione la farà, poichè nessuno dopo di noi potrà portare dietro questo fardello". L'utilizzo dei fondi - Polverini ha quindi ricordato che in queste ultime due settimane la Regione Lazio è finita sulle prime pagine dei giornali nazionali, e non solo, "per l’uso abnorme e a dir poco disinvolto dei fondi del Consiglio regionale destinati ai gruppi". La governatrice ha parlato di utilizzo anomalo di questi fondi, sottolineando come nei cittadini la percezione dei fatti sia appunto qualcosa che equivale, "a prescindere dal momento storico in cui viviamo, ad un atteggiamento "insopportabile e indecente". Secondo la presidente del Lazio si tratta di "una catastrofe politica per l'Italia e per le istituzioni". E ancora: "Intendo garantire l'autonomia di questo Consiglio, che è un'assemblea legislativa, ma ho scelto questa sede per parlare perchè anche se non ho una responsabilità amministrativa di quanto accaduto ne sento la responsabilità politica". "Atteggiamento insopportabile" - La Polverini rincara: "Sono qui per dire basta. Sono qui per dire che, a prescindere dal momento storico, questo atteggiamento è considerato dai cittadini insopportabile e indecente. Il Lazio non è una regione qualsiasi ma è la regione dove c'è la capitale, dove si è consumata la storia del nostro Paese, dove vive e lavora la classe dirigente dell’Italia. Credo - ha proseguito la presidente Polverini - che nel tentativo di spalare fango, con distinguo, ci siamo mostrati ancora più inadeguati di quanto le persone pensino. Noi dobbiamo non solo spalare fango ma fare di più. Come nel caso dell’inondazione di Firenze. Quanto è accaduto è una catastrofe per la politica, per l’Italia e per le istituzioni. A Firenze si è spalato ma si è costruito anche un argine". La presidente Polverini ha inoltre voluto chiedere scusa a "tutta la politica onesta" alle altre Regioni, alle famiglie "che fanno fatica ad arrivare a fine mese, agli operai della Fiat, alla stampa e ai media".