La campagna elettorale del Rottamatore
Parla il guru di Renzi:"Vi spiego perché Matteoè diverso da Berlusconi"
Giorgio Gori è diventato Giorgio Gori grazie a Silvio Berlusconi (dal 1984 in Fininvest, responsabile dei palinsesti delle tre reti del gruppo, direttore di Canale 5, di Italia 1 e poi di nuovo di Canale 5). Oggi il fondatore di Magnolia è lo spin doctor di Matteo Renzi e racconta, punzecchiato da Luca Telese, la prima campagna elettorale da Guru dall'altra parte della barricata. La prima, perché l'impeccabile Bergamasco, non ha mai accettato di avere un ruolo in quella del Cavaliere. "Gli avevo, come Costanzo e Mentana, che non avrebbe dovuto scendere in campo. Avevo fatto di tutto, insieme a loro, per tenere fuori Canale 5 dalla campagna elettorale. Sono fatti, basta vedere le registrazioni", racconta a Pubblico. "Credo che se uno confronta Italia1 e Rete4 - che furono mosse in modo esplicito e continuativo per Forza Italia - con Canale 5 la differenza si vede". Gori alla riunione nel 1994 in cui Berlusconi annunciò di volersi candidare prese la parola e disse: "E' una pazzia". Da allora smise di essere convocato. Ma l'addio definitivo con Silvio ci fu qualche anno dopo. Gori lasciò Mediaset nel 2001. Da allora non ha più parlato con Berlusconi se non un giorno per strada in Sardegna: un incontro casuale durante il quale il Cavaliere gli disse: "So che vai via. Fai bene. Anche io a 41 anni ho cambiato vita". Dietro quella cortesia c'era la parola fine. Poi Giorgio Gori parla con Telese di Matteo Renzi. "Mi ha dato il suo numero di telefono Luca Sofri". Da allora è il suo spin doctor, quello che gli cura l'immagine, che pianifica la comunicazione del sindaco di Firenze. "Matteo è l'uomo del rinnovamento e della modernità. Ha più possibilità di battere Berlusconi che battere Bersani", dice a Telese spiegando che quando il leader del Pdl ha detto che Renzi ha le sue idee ha capito che "Berlusconi lo considera pericoloso: solo il confronto anagrafico è disastroso per lui".