Mani bucate
Lega, ecco la "gestione" Belsito:voragine in bilancio di 3 milioni
La Lega Nord ha chiuso il 2011 con un avanzo di oltre sei milioni e mezzo di euro. E’ quanto si legge nel rendiconto, firmato da segretario amministrativo federale, Stefano Stefani, e pubblicato sul sito del movimento. Ma il bilancio ufficiale certifica anche i buchi, le voragini, lasciate in eredità dalla gestione dell'ormai ex tesoriere, Francesco Belsito: quasi tre milioni di euro di spese non giustificate, tra assegni, prelievi in contanti e bonifici. La decisione di pubblicare il bilancio era stata annunciata dal segretario federale Roberto Maroni, una mossa che fa parte dell'operazione "trasparenza" voluta dallo stesso Bobo dopo lo scandalo sulla gestione dei rimborsi elettorali, per il quale sono indagati lo stesso Belsito, Umberto Bossi e i figli Renzo e Riccardo. "La Lega, parte lesa" - "Le vicende che hanno portato alle dimissioni del precedente segretario amministrativo - si legge nel bilancio - sono al vaglio dell’autorità giudiziaria, ma fin d’ora, in tali vicende, la Lega Nord-Padania si ritiene parte lesa e pertanto adirà a tutte le vie legali per recuperare quanto essa ritiene sia stato indebitamente sottratto". L'avanzo registrato nei conti del movimento, a fine 2011, è, per la precisione, pari a 6.576.776 euro, "dopo aver contabilizzato sopravvenienze nette pari a circa un milione e 52mila euro", composte da "oneri straordinari per 2 milioni e 915mila euro e proventi straordinari per un milione e 854mila". I proventi straordinari si riferiscono, per la maggior parte (oltre un milione e 700mila euro), al "maggiore valore dei titoli depositati in custodia e amministrazione". Mentre gli oneri straordinari comprendono, come anticipato dal 'Corserà: assegni per 881mila euro "emessi a favore di soggetti di cui non si conosce l’identità e a fronte dei quali non sono stati emessi adeguati giustificativi della spesa apparentemente sostenuta", "prelievi di cassa per 417mila euro" non giustificati; rinuncia a crediti verso la controllata Fin group per 885mila euro; e un bonifico verso terzi non giustificato per 350mila euro. Le spese - La relazione, redatta "con l’assistenza del nuovo comitato amministrativo e della società di revisione Price WaterhouseCoopers", entra poi nel dettaglio delle spese. Nel 2011, i costi per l’organizzazione delle manifestazioni politiche (raduno di Pontida, Festa dei popoli padani a Venezia e rito dell’ampolla sul Monviso) hanno superato di un milione e 300mila euro i ricavi ottenuti dalle manifestazioni stesse. Le spese sostenute per le campagne elettorali sono state pari a oltre due milioni e 700mila euro. "Dalla tesoreria della Camera dei deputati e del Senato - si ricorda - sono stati ricevuti contributi elettorali per complessivi 17.613.520 euro". "Tale importo - si sottolinea - nel corso dell’anno è stato ripartito, come da statuto, alle varie sedi del movimento, in proporzione alle spese sostenute per l’organizzazione delle campagne". Nel rendiconto si precisano anche le quote delle partecipazioni nelle società controllate: il movimento detiene quote nominali per oltre sette milioni e 900mila euro (pari al 99% del capitale sociale) della Pontida Fin, la società di gestione di tutte le proprietà immobiliari. E 990 azioni (del valore di 0,32 l’una), per un totale di oltre 325mila euro nella Fin group, holding di gestione di tutte le attività commerciali e industriali del movimento. La Fin group, che ha sede in via Boschetti, a Milano, si spiega, possiede e svolge attività di gestione delle partecipazioni nelle srl Celticon e Media padania (che gestiscono i media leghisti) e La Bicicletta padana. La società, che ha chiuso il 2011 con un patrimonio netto pari a 256mila euro, comprensivo di un utile di 27mila, sarà con tutta probabilità l’oggetto principale della 'spending review' annunciata da Maroni, al termine del consiglio federale di lunedì. Autofinanziamento - Per quanto riguarda l'autofinanziamento, l’anno scorso, la Lega ha incassato oltre 8 milioni e 300mila euro di sovvenzioni (dei quali più di sei milioni provenienti da parlamentari, sindaci e gli altri gli eletti, circa un milione 870mila da simpatizzanti, 410mila da persone giuridiche). Dal tesseramento, invece, ha ricavato circa un milione e 105mila euro. Alti i costi di gestione (4 milioni e mezzo circa per i servizi; quasi altrettanti per il personale; un milione e 600mila per acquisto di beni). Da segnalare i 394.978 euro di rimanenze in gadget, mentre alla voce software le spese sono pari a zero. Per quanto riguarda lo stato patrimoniale, il partito, si legge, "presenta una situazione solida", pari a circa 46 milioni e 303mila euro, "anche dopo le rettifiche straordinarie effettuate quest’anno", si spiega. Al 31 dicembre, si precisa, "vi erano investimenti in titoli di stato, obbligazioni in società italiane ed europee, quote di fondi d’investimento, operazioni pronti contro termine e certificati di deposito per 20.297.469 euro". Oltre a depositi bancari (in "istituti in Italia", si specifica), postali, o denaro in cassa in tutte le sedi del movimento par un totale di 12.796.058 euro.