Strategie Padane
La Lega Nord di Bobo Maronitifa per il Pdl di Alfano
Premessa: i maroniani - assicurano i fedelissimi di Bobo - non esistono più. Tradotto: (quasi) tutti i leghisti sono saliti sul carro dell’ex ministro dell’Interno, e quindi parlare ancora di barbari sognanti e cerchisti è una forzatura. Detto questo, Maroni non ha ancora annunciato la candidatura al congresso federale del 30 giugno-primo luglio. Nei prossimi giorni si prenderà una piccola pausa per riordinare le idee e decidere il da farsi. Sul suo tavolo, ieri, c’era anche Libero con i sondaggi che danno la Lega in caduta libera e il Pdl dimezzato. In via Bellerio credono che, si votasse oggi, il Carroccio potrebbe valere il 5%. Un risultato «incredibile», spiegano alcuni colonnelli, se si pensa che «addosso ci sono arrivati dieci tram». Ecco perché c’è la convinzione che, da adesso in poi, il partito possa solo risalire. L’obiettivo è toccare l’8% alle Politiche del 2013. Per farlo, Maroni pensa a idee innovative e a una classe dirigente nuova di zecca, giovane e capace. Così da disegnare il Carroccio dei prossimi 5-10 anni. Però non può ignorare ciò che avviene nel campo degli ex alleati del Popolo della libertà. In questa fase, la presenza del Cavaliere viene vista come un tappo anche dai leghisti. Perché, continuasse a restare in campo, Berlusconi brucerebbe Angelino Alfano bloccando il rinnovamento del Pdl. Maroni, per esempio, ha da sempre un ottimo feeling con l’ex Guardasigilli. D’altronde Angelino è siciliano. Giovane. Preparato. Quindi «complementare», dicono in via Bellerio, alla Lega. Però tra i lumbard cresce anche un sospetto: qualcuno, tra gli azzurri, potrebbe giocare allo sfascio. Significa insistere per il voto anticipato a ottobre, con la certezza di consegnare l’Italia al centrosinistra. Una coalizione che, come già visto nel 2006 con Prodi, non sarebbe in grado di governare per un’intera legislatura. Risultato. Il centrodestra avrebbe almeno due anni per riorganizzarsi, cambiare faccia e tornare in carrozza al governo del Paese. In questo scenario, Berlusconi è preoccupato dai sondaggi, ma per raddrizzare la situazione potrebbe tentare solo un predellino-bis. Ipotesi francamente difficile da realizzare. Tra gli azzurri, secondo le indiscrezioni raccolte in via Bellerio, si parla addirittura di nuova articolazione del partito. Con la creazione di una specie di Pdn. Da Popolo della Libertà a Popolo del Nord. Un’ipotesi che la Lega seguirebbe con attenzione, nell’ottica pensata da Maroni di una sorta di federazione sul modello della Csu bavarese. Tutti scenari che non sono all’ordine del giorno in tempi brevi. Tanto che Bobo, parlando coi fedelissimi, ci scherza su: «Chi vedrei bene come capo del Pdl? Gerry Scotti!». di Matteo Pandini