Dipendenti dalla tecnologia

L'estate delle vacanze sconnesse:come disintossicarsi dal digitale

Andrea Tempestini

di Daniela Mastromattei E la chiamano estate questa  estate senza... internet, Twitter e altri social network, senza ricevere e inviare mail, senza sapere che fanno  i mille e più pseudo amici che vagano su Facebook.  Impossibile,  dirà qualcuno. È un castigo o una punizione? Cosa ho fatto di male?  I dati sono allarmanti:  secondo l’ultima indagine di Good Technology, l’80 per cento di chi usa smartphone e tablet come strumenti di lavoro continua a farlo anche fuori, il 50 per cento controlla le lettere ovunque, anche a letto, il 25 per cento ha problemi con il partner per l’abuso di tecnologia. Quell’80 per cento, quindi, non riuscirebbe  a staccare la spina né al mare né in montagna, né a godersi le vacanze, colpito dal «logorio della vita moderna», direbbe lo spot anni Sessanta.  Ecco perché gli  americani (primi in tutto) hanno sentito la necessità  delle vacanze «digital detox», dove i beni tecnologici vengono consegnati all’arrivo; le stanze non hanno tv e nessuna connessione wireless. Si fanno bagni, si prende il sole,  si cammina, si guardano i paesaggi e si riprende il contatto con la vita reale. Ci si  disintossica dal morboso attaccamento a smartphone e tablet. Negli Stati Uniti persino Bill Gates prende una settimana all’anno, la «think week», solo per pensare. E gli alberghi  si attrezzano. Il californiano Post Ranch Inn Big Sur, considerato uno degli alberghi americani più belli, da tempo meta dei big della Silicon Valley, nella lussuosa struttura a picco sulla costa (alimentata solo da energia solare, il trasporto interno è assicurato da macchine ibride) ha le camere prive di tv e wi-fi con vista mozzafiato sull’Oceano e sulla montagna. Il Post Ranch Inn offre percorsi disintossicanti a base di passeggiate immersi nella natura, trattamenti in spa e corsi di meditazione (un week-end in camera doppia, costa circa 2700 dollari ). Anche ai Caraibi  c’è la possibilità di prendersi un periodo di ferie dal digitale: a Saint Vincent e Grenadine devi solo abituarti al suono delle onde che lambiscono la spiaggia. Il sito blacktomato.com  nel pacchetto di una settimana (a partire da 3000 dollari, volo compreso) offre inoltre un «coach». E in  Messico e  Costa Rica? L’agenzia  di Seattle viayoga.com. propone esclusivi resort in posti incontaminati, dove ogni tipo di strumento tecnologico si consegna all’arrivo. Si può fare yoga, pilates, massaggi, immersioni e prendere lezioni di surf (pacchetto a partire da duemila dollari). Anche in Italia si stanno organizzando, tant’è che la vacanza «digital detox» sembra essere arrivata  anche in Sardegna. Ma attenzione: se in Costa Smeralda sbarchi senza iPad,  sei sempre  uno sfigato, mentre  sull’Isola di San Pietro a Carloforte, circondato da mirto e macchia mediterranea, sei il benvenuto senza  tecnologia al seguito. Qui  c’è il Poecylia Resort. Non ha tv, né telefono, né internet, né frigobar, né aria condizionata in camera («sono fresche naturalmente grazie al modo in cui sono state concepite e costruite», informa il sito) proprio per godersi la pace e l’energia del paesaggio senza interferenze tecnologiche. Stessa filosofia in Trentino, per l’Hotel Villa di Campo a Campo Lomaso.  A ricaricare le pile ci pensano una spa, un orto e le passeggiate nella natura. Tutto questo è un sano antidoto al palmare  insieme al recupero dei rapporti umani (guardarsi negli occhi, stringersi la mano,  fare amicizie  dal vivo).  Obiettivo: tornare  a vivere in armonia con il mondo reale.