La tragedia del Giglio

La Concordia senza scatola nera,viaggiava con mappe non approvate

Nicoletta Orlandi Posti

  Cosa successe la notte del 13 gennaio a bordo della Costa Concordia? A parte i racconti dei superstiti della tragedia che si consumò davanti all'Isola del Giglio forse non si saprà mai. La scatola nera infatti non funzionava già da alcuni giorni e i periti, per ricostruire quegli ultimi drammatici minuti, potranno utilizzare solo i dati contenuti nel computer di servizio che però hanno smesso di registrare dalle ore 23,36: gran parte della fase di abbandono della nave è avvenuta "al buio". Riparazione rimandata - Secondo quanto scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera che ha pubblicato in esclusiva lo scambio di mail tra Pierfrancesco Ferro, il responsabile del settore tecnico di Costa, e la ditta di manutenzione, i guasti era stati segnalati dalla compagnia di navigazione quattro giorni prima del naufragio, quindi il 9 gennaio, ma si era deciso di intervenire per riparare il danno una volta che la nave da crociera fosse arrivata a Savona (il 14 gennaio). Troppo tardi. Porte aperte - Ma c'è dell'altro. Il Corriere rivela che i periti hanno accertato che le carte nautiche a bordo della Concordia non era state approvate e le porte stagne lasciate aperte. Le norme di sicurezza impongono infatti che tutte le porte stagne vengano chiuse a meno che non ci sia una deroga concessa dalla capitaneria di porto. Ma questo "attestato", pur richiesto da Costa, non sarebbe stato rilasciato. Sono gli ufficiali di bordo a confermare che invece i dispositivi erano aperti perché, come dichiara a verbale Simone Canessa che era in plancia, "si trattava di una prassi utilizzata durante la navigazione per favorire il flusso delle persone che dovevano lavorare".