Giustizia parlamentare
De Gregorio, no del Senato all'arresto per il caso Lavitola
L'aula di Palazzo Madama nega gli arresti domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio. I colleghi non hanno dato il permesso alla richiesta dei pm titolari dell'inchiesta sul faccendiere Valter Lavitola. Verdetto ribaltato - Il Senato così muta completamente la decisione che era stata presa un mese fa dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere. A salvare De Gregorio sarebbe stato il voto segreto: ben 169 i no, solo 109 i sì e 16 gli astenuti. A votare in difesa di De Gregorio il Pdl e dei "franchi tiratori". Infatti tutti gli altri gruppi parlamentari avevano dichiarato di essere favorevoli all'arresto. "In quest'aula oggi ho il dovere di difendermi con forza da accuse che mi fanno male. Se non fossi stato parlamentare non mi sarebbe stata riservata questa storia giudiziaria", ha detto prima del voto nel suo intervento a Palazzo Madama lo stesso De Gregorio. "Se fossi stato un cittadino qualunque non mi sarebbe stato riservato questo trattamento", ha aggiunto. Difesa - "Vorrei difendermi da uomo libero e vorrei difendermi nel processo e non dal processo e lo sto facendo con grande determinazione non sfuggendo mai un attimo alle responsabilità che mi vengono attribuite", ha spiegato De Gregorio. "Non ci sarà pericolo di fuga: ho tre bambini piccoli, una moglie e una famiglia a cui badare. Non fuggo dalle mie responsabilità e non fuggo da nulla. Non potrò reiterare i reati del 2006 e non potrò inquinare prove che stando a quanto dicono i magistrati nell'ordinanza sono già state acquisite. Potrò - ha concluso - riflettere su questa esperienza e potrò dire a me stesso e agli altri che credo di aver servito le istituzioni con dignità e capacità, ma che di fronte a questa valanga che mi è arrivata addosso forse è il momento di fermarsi a riflettere e non ho timore di riconsegnarmi alla società civile nel 2013 alla fine di questa legislatura come non ho timore di affidarmi a voi". Il caso Lusi - De Gregorio, dopo essere stato salvato dai colleghi, ha anche dichiarato di non voler votare per l'arresto di Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita indagato per la sottrazione di alcune decine di milioni di euro dalle casse del partito. "La carcerazione preventiva non serve a nessuno - ha dichiarato-. Il caso Lusi non lo conosco, ma lui è reo confesso e gli hanno già arrestato la moglie. Io non voterò a favore dell’arresto. Gli altri facciano come vogliono, io non voterò a favore del suo arresto". Sulla richiesta di arresto della procura di Roma nei confronti dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, si pronuncerà martedì prossimo la Giunta delle immunità e successivamente l’aula del Senato.