Il caso

Il Brasile lascia fuggire il terroristaCesare Battisti di nuovo latitante

Nicoletta Orlandi Posti

  Con una telefonata all'Ansa Cesare Battisti ha smentito la notizia della sua scomparsa: "Sono a Rio, sono stupito da questa storia": La notizia si era diffusa nella mattinata di oggi, sabato 4 agosto quando si era sparsa la voce che l’ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo, aveva fatto perdere le tracce di sé. Battista è condannato all’ergastolo in contumacia per omicidio plurimo e al centro di una disputa per l'estradizione dal Brasile sfociata quasi in incidente diplomatico tra l’Italia e il Paese sud-americano, risulta infatti irreperibile tanto che il giudice federale Alexandre Vidigal, presidente del Tribunale Distrettuale numero 20 di Brasilia, con un’ordinanza ha chiesto alla polizia di accertare dove si trovi.  Cinque giorni di tempo - Il magistrato aveva fissato un termine di cinque giorni per la localizzazione del 58enne ex terrorista: qualora le ricerche non avessero sortito alcun risultato, scatterebbe automaticamente un’inchiesta formale per l’individuazione di Battisti, da concludersi entro un mese. In caso di perdurante irreperibilità, la presenza del latitante italiano in territorio brasiliano sarebbe diventata irregolare, con i conseguenti provvedimenti del caso, eventuale estradizione compresa.  Estradizione - A quel punto avrebbe potuto aprirsi inaspettatamente la vicenda che ha visto Battisti sottrarsi per quasi tre decenni alla giustizia italiana, fin dall’evasione risalente al 1981, seguita dalla fuga in Francia, Messico e infine appunto in Brasile, dove fu arrestato nel 2007. Due anni più tardi ottenne lo status di rifugiato politico, revocato nel 2009 quando però l’allora presidente Luiz Inacio 'Lulà da Silva, al suo ultimo atto da capo dello Stato, oppose il proprio rifiuto all’estradizione. Condannato successivamente a due anni di reclusione per uso di passaporto falso, seppure da scontarsi in regime di semi-libertà, un anno fa Battisti ha infine ottenuto dalla Corte Suprema Federale del Brasile la definitiva conferma del non doversi procedere all’estradizione in Italia, con immediato rilascio: una conferma che la sua sparizione potrebbe tuttavia mettere una volta di più in discussione.