Sull'orlo del baratro
La Grecia prova con la sinistra radicaleSyriza cerca alleanze contro l'Ue
Dopo la rinuncia di Antonio Samaras, leader di Nea Dimokratia (il partito di centro destra), che ha preso atto in meno di 24 ore che è impossibile formare un governo con le forze sostenitrici delle misure di austerity imposte dal piano di salvataggio europeo, adesso ci prova la sinistra radicale. Il partito Syriza, ha ricevuto l’incarico di provare a formare un governo dopo il frammentato di domenica, anche se lo stesso leader, Alexis Tsipras, ha ammesso che non sarà facile. Abito grigio, camicia bianca e senza cravatta, Tsipras è giunto a piedi all’incontro con il presidente Carolos Papulias: vincitore morale delle elezioni perchè ha conquistato 52 seggi, quadruplicando la sua pattuglia in Parlamento, Tsipras ha definito il momento "storico" per la sinistra e "una grande responsabilità" il suo impegno. "Valuteremo tutte le possibilità di raggiungere un’intesa, principalmente con le forze di sinistra", ha aggiunto. Tsipras, che ha definito i risultati elettorali come "un messaggio di cambiamento", ha annunciato che cercherà di formare una coalizione progressista che respinga le "barbariche" misure di austerità imposte dal prestito Ue-Fmi. In giornata il leader di Syriza avrà colloqui con Fotis Kouvelis, il capo di Sinistra Democratica (19 deputati), composto principalmente da scissonisti del suo partito e con Aleka Papariga, che guida il Partito Comunista (26 deputati), una formazione filosovietica che chiede l’uscita dall’Ue e dalla Nato e rifiuta qualunque accordo con le forze di sinistra, accusate di non far nulla per metter fine al capitalismo. Intanto un primo sì al governo anti-austerity è arrivato dalla Sinistra democratica guidata da Fotis Kouvelis, che ha ottenuto 19 seggi. Per il 37enne Tsipras è stata "una scelta matura e consapevole quella dei cittadini che hanno detto no al piano per 77 nuove misure di austerity previste per giugno, che porterebbero al licenziamento di altri 150 mila dipendenti pubblici". Per il leader della sinistra radicale le banche dovrebbero finire sotto il controllo dello Stato e dovrebbe essere posta una moratoria sul rimborso dei prestiti. "La crisi non è una specificità greca. Dobbiamo trovare una soluzione europea alla crisi del debito", ha dichiarato in un’intervista a una radio. L’obiettivo è di ottenere la maggioranza assoluta in parlamento, almeno 151 seggi su 300. La tornata di contatti politici proseguirà giovedì, con i conservatori di Nuova Democrazia, vincitori delle elezioni con 108 deputati; con il Pasok (41 seggi, cui spetterà un eventuale ultimo tentativo prima del ritorno alle urne se non si trovano intese) e i nazionalisti greci indipendenti che hanno ottenuto 33 deputati. Syriza, Sinistra Democratica, i comunisti e Greci indipendenti hanno rifiutato lunedì di partecipare a una coalizione con Nuova Democrazia e il Pasok, accusandoli di essere i responsabili dell’impoverimento del Paese.