Berlino ci inchioda

E' sempre colpa dei giudici:ci vogliono uccidere di spread

Andrea Tempestini

  L'Europa osserva preoccupata. L'universo della speculazione guarda compiaciuto. I due punti focali sono Italia e Spagna, due Paesi sull'orlo del baratro. Per Madrid pare essere arrivata l'ora del giudizio: non si parla soltanto della guerriglia in strada, ma dello spread che ha raggiunto il suo record storico, sopra quota 600 punti base. L'ufficializzazione della richiesta di aiuti per 100 miliardi all'Eurogruppo, paradossalmente, ha acuito la gravità della situazione: se un Paese chiede un salvagente viene percepito come in fin di vita, e il fuoco sale di intensità. L'altro paziente, grave ma non ancora terminale, è Roma. I mercati giocano con il nostro sistema, per cercare di capire quanto può reggere, fino a che punto potrà tener botta. Il premier Monti continua a spiegare: "Aiuti non ne chiediamo". Il Professore sa bene che chiedendo aiuto faremmo, subito, la fine di Madrid. L'interesse medio dei bond emessi dal nostro Tesoro è decisamente più basso rispetto a un anno fa, ma la situazione è più pericolosa: come ha spiegato Monti, abbiamo fatto tutto, o quasi, quello che potevamo fare (compresa l'introduzione di troppe tasse), ma cambia poco o nulla. Il rischio che la spirale si avviti e non si riesca più a uscire è davvero elevato.  I giudici boicottano l'euro - In un contesto del genere, sia per l'Italia sia per Madrid, servirebbero come ossigeno mosse spiazzanti, decisive: si intende l'unione di bilancio e gli eurobond. Due cartucce che però non verranno sparate a breve. Dovremo attendere, attendere molto, forse all'infinito. La contrarietà della Germania sulle due opzioni è netta e insuperabile. Resta così la possibilità di ricorrere al meccanismo salva-spread: gli acquisti di titoli di Stato da perte dei fondi salva-Stati decisi nel Consiglio europeo del 28 giugno. Ma la possibilità, almeno fino al prossimo 12 settembre, resta un possibilità soltanto teorica. La Corte Costituzionale tedesca si pronuncerà soltanto quel giorno sulla compatibilità dello strumento con la carta di Berlino, e fino a quel giorno il meccanismo salva-spread non sarà utilizzabile: affinché sia attivo serve l'ok dei Paesi che contribuiscono alla sua liquidità per almeno il 90%, e considerando che la Germania contribuisce per il 21% resta tutto bloccato. Un agosto di passione, insomma, attende Italia e Spagna. Un agosto che potrebbe rendere la situazione irrecuperabile. Questa volta i giudici hanno alzato l'asticella: se in Italia assistiamo da decenni al loro tentativo di sfasciare il Paese, in Germania stanno addirittura provando a smantellare l'Europa. E hanno un'alta possibilità di successo.