L'Italia delle tasse
La stangata dell'Irpef locale:cresce in mille Comuni
Il Viminale lascia tempo fino al 31 agosto per chiudere i bilanci preventivi dei Comuni, che devono decidere il trattamento fiscale da applicare ai propri cittadini. In ballo c'è l'aliquota Irpef locale, e molti Comuni hanno già deciso: anche al di fuori delle grandi città il livello del prelievo muove al rialzo. I dati forniti dal dipartimento delle Finanze (aggiornati alla fine della scorsa settimana) parlano chiaro: delle 1.816 delibere comunali già censite, nel 49,7% dei casi cambiano le regole rispetto allo scorso anno, e nella stragrande maggioranza dei casi la decisione è quella di alzare verso l'alto le aliquote, spesso differenziandole per scaglioni. Soltanto in 88 casi la scelta è stata quella di tassare per la prima volta i redditi. Circa un migliaio di sindaci hanno già deciso di aumentare la pressione fiscale usando la leva dell'addizionale. Il rialzo medio - Così, in media, l'aliquota applicata dai Comuni che ha già trasmesso la delibera al ministero dell'Economia, vola al 5,24%, con un incremento pari al 15% rispetto al 4,55% per mille registrato nel 2011 fra gli enti che applicano l'addizionale. L'aumento invece è del 46,3% se si considera il 3,59 per mille chiesto l'anno scorso dai sindaci. Insomma è in arrivo una nuova, l'ennesima, mazzata. Caso per caso - Passando in rassegna i diversi Comuni, si nota come alcuni puntino direttamente al massimo dell'aliquota: è il caso di Palermo, Catanzaro, Torino, Sassari, Savona e Parma. C'è poi chi ha deciso di differenziare il trattamento in base al reddito, come Milano, Pavia, Cuneo, Ferrara o Cagliari. Ci sono poi anche primi cittadini in controtendenza rispetto al trend rialzista: a Firenze, Empoli e Novara si è deciso di limare l'aliquota o di alzare l'area di esenzione (un piccolo beneficio che viene spazzato via dall'altro grande balzello, l'Imu sulla prima casa). Da segnalare, infine, il caso-limite di Parma, dove il bilancio comunale è tragico, e quindi il rialzo è pesantissimo: per esempio, un contribuente con un reddito da 20mila euro lordi, lo scorso anno ne passava 80 al comune, mentre quest'anno dovrà all'amministrazione la bellezza di 160 euro.