Imbarazzi
Escort e GSA: due scandali contro Obama
Non bastasse il discredito costante per come maneggia l’economia, Obama ha vissuto una settimana di passione per due scandali gemelli che hanno tenuto le prime pagine dei giornali e hanno coperto di ridicolo la sua amministrazione. I sondaggi, ultimo quello del New York Times/CBS di ieri, evidenziano che la gente si fida più di Mitt Romney che di Barack, quando si tratta di sistemare l’economia: 6 su 10 pensano che il paese vada nella direzione sbagliata; 40 su 100 dicono di stare peggio finanziariamente oggi, 11 punti in più rispetto a 4 anni fa; la metà degli americani crede che il futuro della prossima generazione peggiorerà. Quando Bush padre nel 1992 cercò il bis, le risposte furono le stesse di quelle di oggi, e perse poi contro Clinton. Ma questi sono affari seri. Poi ci sono le notizie di fatti imbarazzanti, anzi comici, che non migliorano certo l’immagine della Casa Bianca. Non parliamo ovviamente delle vergogne dal fronte di guerra, altro capitolo dolente, tutte di quest’anno: il marine che fa la strage di 17 innocenti afghani, i corani gettati nella spazzatura per sbaglio, le foto dei soldati Usa sorridenti ripresi mentre pisciano sui nemici morti o con pezzi di cadaveri di talebani sulla spalla. No, le bucce su cui è scivolato impacciato Obama nelle ultime ore sono pura pochade. Gli agenti segreti della squadra di elite incaricata della sua sicurezza, in missione in Colombia per il summit, passano la giornata ramazzando donnine da portare al festino nel loro albergo per la notte. Ma uno scambia una escort professionale, Dania Suarez (oggi in copertina sul New York Post e sul Daily News) per una banale prostituta, e le rifiuta la tariffa da 800 dollari con la pidocchiosa contro-offerta di 30. Il litigio richiama la polizia, che lo dice all’ambasciata Usa, che dà il via all’inchiesta: della ventina tra agenti e militari della delegazione tre sono stati allontanati, gli altri sono sotto inchiesta, e dello scandalo si parlerà per mesi poiché i parlamentari del GOP chiederanno audizioni pubbliche per chiarire le circostanze, cioè quanto una notte brava di ufficiali incaricati di un compito tanto delicato abbiano messo a repentaglio la sicurezza dei massimi rappresentanti del paese (spionaggio, infiltrazioni, ricatti sono ovvi ingredienti in un giallo boccaccesco come questo). L’altro scandalo che ha colpito il Palazzo Democratico riguarda la GSA, o General Service Administration, di cui si è parlato meno in Italia ma che non è politicamente meno grave per l’amministrazione. I dirigenti di questa agenzia, di nomina ovviamente del partito di maggioranza, hanno il compito di supervisionare gli acquisti fatti dagli enti governativi. Ma da come hanno usato il proprio stesso budget di dollari dei contribuenti si ha la conferma che, irresistibilmente, chi è a contatto con i soldi pubblici ne viene corrotto. Così, è emerso che lo staff della GSA ha speso la bellezza di 823mila dollari, a Las Vegas, per un sola delle tante “conferenze” che ha organizzato nei posti più esotici negli ultimi anni. L’amministratrice Martha Johnson si è dimessa allo scoppio dello scandalo, due suoi vice sono stati “invitati” a sloggiare e quattro altri dirigenti sono stati messi in licenza. Durante l’interrogatorio in Congresso, chi della GSA ha dovuto presentarsi per spiegare le “missioni” ha optato per il silenzio, invocando l’emendamento 5 della Costituzione che consente di dire “non rispondo perché le mie parole possono servire a incriminarmi”. Umiliante e chiarificatore. Ma se i vertici della GSA se non sono andati via per sempre dai loro uffici, sui giornali e nelle televisioni continuano ad essere mostrate le foto che, con l’arroganza di chi non tiene vergogna, si facevano tra di loro ai bordi della piscina, o nella vasca Jacuzzi delle camere lussuose degli hotel. Con i calici di vino sul bordo. Obama sta facendo ovvia pulizia per limitare i danni nei casi dei suoi agenti segreti e della GSA: ma un presidente che passa il tempo a lavare le vergogne del proprio governo non è un bel vedere in campagna elettorale. E Romney ha pescato due jolly che sta già usando contro il rivale nei suoi comizi. di Glauco Maggi twitter@glaucomaggi