Iniquitalia non conosce le leggi

Mattias Mainiero

Caro Mainiero, visti i suicidi che si susseguono, mi chiedo come farà poi Equitalia a recuperare questi soldi dai defunti e se magari non fosse meglio concordare rateizzazioni senza intimare ipoteche o quant’altro. Umberto Brusco e.mail La morte? E a che serve? La premiata Agenzia di Riscossione Debita e Indebita (in sigla: Ardi) non indietreggia neppure dinanzi all’atto estremo. Se lei va a certi funerali, la troverà appollaiata sulla tomba del caro estinto. Sta lì e attende, perché sa che le pendenza si trasmettono in gran parte agli eredi. Chi riceve la raccomandata è fregato per l’eternità. Talvolta è fregato persino chi non è raggiunto dalla raccomandata. Nei giorni scorsi una mia amica ha subìto (subìto è la parola giusta) un avviso di pagamento. Posta ordinaria. La signora, viva e vegeta, undici anni fa (undici, correva il 2001) forse non pagò un diritto camerale. Traduzione: tassa per l’iscrizione di una società alla Camera di Commercio. Dico forse perché a distanza di undici anni le ricevute non esistono più. Ed Equitalia si alza dall’oltretomba, chiede il pagamento e minaccia azioni. Telefonata di protesta: «Ma come, dopo tanto tempo? E non c’è la prescrizione?». Risposta: «Il tributo non va in prescrizione». Tutto in Italia va in prescrizione, ma l’Agenzia nega e reinventa le leggi. La mia amica mi prega di fare qualcosa. Telefono: il funzionario contattato ripete la storiella della non prescrizione, consiglia di fare ricorso e non spiega perché, se la prescrizione non esiste, il ricorso dovrebbe andare a buon fine. Termina chiedendomi di scrivere un articolo per lui. Promemoria per Equitalia: la cartella inerente un diritto camerale segue la prescrizione ordinaria, che è di dieci anni. Dopo undici anni il tributo è estinto. Equitalia sbaglia e non ammette l’errore. La mia amica, ora, ha due possibilità: pagare o fare opposizione. L’opposizione le costerebbe più della cartella. Pagherà. Se pagano in centomila, i pochi euro diventano tanti euro indebitamente sottratti agli italiani. Talvolta ai loro eredi. E chissà quale frescone volle battezzare un’agenzia del genere Equitalia. Iniquitalia, caro mio. Iniquitalia. P.S. Pagando le tasse ed essendo convinto che tutti le debbano pagare, ho sempre scritto che evadere è sbagliato. Iniquitalia puntualmente ha ringraziato. Sono convinto che oggi non leggerà questa lettera. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it