La storia

Maurizio Sarri, dalla 2° categoria alla panchina dell'Empoli in Serie A: il ritratto dell'ex banchiere che fuma troppo

Andrea Tempestini

Si chiama Maurizio Sarri, l'italico popolo del pallone ha iniziato a conoscerlo, gli altri, forse, non hanno mai sentito parlare di lui. Ha 55 anni ed è il tecnico dell'Empoli, il meno pagato della Serie A, anche se la sua squadra in queste prima giornate ha fatto sudare parecchio Roma e Milan, per poi centrare la prima vittoria con il Palermo. Ex banchiere e fumatore, in una lunga intervista a Repubblica esordisce ricordando proprio che quello che gli dà fastidio sono "le etichette: l'ex impiegato di banca che fuma troppo e ha 33 schemi su palla inattiva". Tre particolari, questi ultimi, che però lo definiscono e rendono la sua una storia partciolare. Il balzo - Sarri racconta: "Mi occupavo per il Montepaschi di transazioni fra grandi istituti: 15 anni fa. Ho lavorato a Londra, in Germania, Svizzera e Lussemburgo. Poi ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. Mi chiamano ancora l'ex impiegato. Come se fosse una colpa aver fatto altro". L'allenatore dell'Empoli, balzato dalla seconda categoria alla Serie A, ricorda poi l'infanzia, e il padre che "da ciclista ha vinto 37 corse tra i dilettanti. Un paio di stagioni fra i pro' e ha smesso". Il mister ha le idee chiare, anche quando si parla di politica, e spiega che l'articolo 18 "è un totem, il simbolo delle lotte dei nostri genitori e dei nostri nonni. Facciano le riforme che vogliono - scandisce -, ma l'articolo 18 non va toccato, per ciò che rappresenta". Al mondo del pallone - dove ancora, spiega, crede alla buona fede degli arbitri - rimprovera su tutto una cosa: "L'assenza di democrazia nella distribuzione degli introiti tv. In Italia pesano troppo. Se cambio canale, il confronto con l'estero è impietoso: come passare dai paesi civilizzati al terzo mondo". Infine mister Sarri rivela anche i suoi gusti letterari, rivelandosi uno dei pochi "pallonari" affezionati ai libri: "Charles Bukowski, grande passione. Grazie ha lui ho scoperto John Fante. Ora Mario Vargas Llosa, con colpevole ritardo". Per ultima una battuta sul collega Jürgen Klopp: "Guarda i film porno? Se gli piacciono, continui pure"...