Sindaci in rivolta
Nozze gay, l'alt di Angelino Alfano diventa un caso. Il Pd: "Approviamole in Italia"
"Questa mattina firmerò una circolare che invierò ai prefetti per chiedere la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti all'estero. Queste trascrizioni fatte da alcuni sindaci non sono conformi alle leggi italiane". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervenendo a Rtl. Il titolare del Viminale ha spiegato che al momento la legge italiana non li prevede, quindi la trascrizione dei matrimoni gay viola la normativa. "Con la direttiva si chiede che, ove siano state fatte le trascrizioni di matrimonio tra persone dello stesso sesso, ci sia l'annullamento d'ufficio degli atti", ha concluso Alfano. La rivolta dei sindaci - I comuni non arretrano di un centimetro. A cominciare dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha parlato di "circolare stupida": "Rispondere con circolari a questioni che riguardano la vita concreta di tante persone non è solo burocratico, ma è anche tragicomico. Nessun motivo di ordine pubblico impedisce la trascrizione. Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Io non obbedisco". Il comune di Napoli invece annuncia che "ricorrerà nelle sedi giudiziarie competenti" contro la circolare perché "contraria al principio costituzionale dell'uguaglianza dei diritti". Sulla stessa linea il sindaco di Empoli, Brenda Barnini: "Non arretriamo di un passo". E Emilio Bonfazi, sindaco di Grosseto: "Conta più una sentenza del tribunale che una circolare del ministro", ha detto. "Chi interpreta le leggi è il potere giudiziario, questa è solo un'ingerenza nella vita del comune o un contrasto nei confronti della magistratura". In serata parla anche il "ribelle" Giuliano Pisapia, primo cittadino di Milano che senza "nessun dubbio" procederà alla trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero, "tanto più che proprio ieri il consiglio comunale a larghissima maggioranza lo ha chiesto". Il Pd: "Sì alle nozze gay in Italia" - Ma il caso è anche politico, e segna una spaccatura nella maggioranza di governo. Dura la replica di Matteo Orfini, presidente del Pd: "Caro Alfano", ha scritto su Twitter il presidente del Pd "invece di annullare le trascrizioni dei matrimoni gay preoccupiamoci di renderli possibili anche in Italia". Sulla stessa linea Roberto Speranza: "Alfano si occupa con molta insistenza di nozze gay", ha scritto il capogruppo pd alla Camera. "Come se da questo dipendesse la sicurezza del Paese. E i diritti delle persone invece?". Tra le fila di Forza Italia invece, l'ex ministro delle pari opportunità Mara Carfagna parla di "vuoto normativo da colmare". Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova: "Dagli effetti paradossali di tale provvedimento emerge in modo evidente la necessità e l'urgenza politica di colmare il vuoto normativo italiano con un pieno riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso". Sulla stessa linea Michela Vittoria Brambilla, responsabile del Dipartimento per il sociale e per la solidarietà di Forza Italia: "Ancora una volta il governo mostra di non essere in sintonia con il Parlamento e con il Paese: il divieto di trascrivere matrimoni tra coppie omosessuali celebrati all’estero, più che una circolare interpretativa, è un preciso segnale politico contro il riconoscimento delle unioni gay. Ma con i diritti fondamentali delle persone non si gioca. Forza Itala è pronta ad impegnarsi per colmare il vuoto normativo". Per il leader di Sel Nichi Vendola, Alfano si è comportato "come un ministro della polizia austroungarica dell'epoca risorgimentale. Esca dalle caverne". Arcigay: "Resistenza" - Dura la replica delle associazioni. Flavio Romani, presidente di Arcigay: "Per noi è tempo di Resistenza - ha detto, rivolgendo un appello ai comuni - affinché disobbediscano" alla decisione del ministro, "così come l'Italia della Resistenza seppe disobbedire agli ordini fascisti". Per Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, Alfano "si dovrebbe candidare a leader delle sentinelle in piedi", ha detto. "Il suo annuncio è l'esempio di un ministro dell'Interno che vuole derubricare i diritti civili a questione di ordine pubblico". Andrea Maccarone, presidente del Circolo Mario Mieli: "Il ministro Alfano preferisce trincerarsi dietro vecchi schemi discriminatori. Con questa operazione il Governo Renzi si dimostra uno dei più omofobi e conservatori degli ultimi decenni". Il Codacons si dichiara pronto a presentare ricorso contro la circolare di Alfano perché "illegittima": "La Corte di Strasburgo con una sentenza del 2010 ha ammesso l'esistenza del diritto alla vita familiare anche in favore delle coppie formate da soggetti dello stesso sesso e ha confermato che il concetto di 'vita familiare' deve includere anche la famiglia di fatto".