Razzismo a Ferguson

Migliaia di persone al funerale di Michael Brown: c'è pure Spike Lee e Jesse Jackson

Nicoletta Orlandi Posti

Con le mani alzate come a dire: «non sparate». È una delle scene verificatesi al grande corteo funebre che ha accompagnato in un cimitero di St Louis il corpo di Michael Brown, il 18enne afroamericano ucciso lo scorso 9 agosto a Ferguson da un poliziotto bianco mentre era disarmato. Ieri c’erano migliaia di persone a St. Louis a dare l’ultimo saluto a Michael. I funerali si sono tenuti nella chiesa Friendly Temple Missionary Baptist Church, che era stracolma di gente già ore prima della cerimonia. Fra i partecipanti anche volti noti come Spike Lee, Puff Daddy, il rapper americano MC Hammer e il reverendo Jesse Jackson. Presenti i genitori di Trayvon Martin, il 17enne afroamericano ucciso il 26 febbraio del 2012 dal vigilante George Zimmerman a Sanford, in Florida, davanti a un negozio dove il ragazzino aveva comprato un pacco di caramelle. E il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha inviato alle esequie tre collaboratori della Casa Bianca. Guarda le foto nella Gallery Ieri il padre del ragazzo ucciso, Michael Brown Senior, aveva chiesto di osservare «una giornata di silenzio» e l’appello sembra sia stato accolto dopo due settimane ininterrotte di proteste. Al dipartimento di polizia di Ferguson, un cartello scritto a mano recita «pausa per i funerali» mentre davanti alla chiesa sono in vendita magliette con scritte come «mani in alto, non sparare» o «riposa in pace Michael Brown». Sulla bara color oro è stato posato il cappello della squadra di baseball St. Louis Cardinals che Michael indossava quando è stato ucciso. Ai funerali hanno partecipato circa 4.500 persone in un atmosfera molto composta, tra canti gospel, balli, preghiere, letture di Martin Luther King e aneddoti sulla vita di Michael. Il reverendo Charles Ewing, prozio di Michael, ha «chiesto giustizia» non solo per il nipote ma per tutte le giovani vittime innocenti. Il reverendo Al Sharpton, chiudendo la cerimonia, ha denunciato il fatto che un giovane venga seppellito invece di invece di iniziare la sua seconda settimana al college e ha esortato la comunità afro-americana ad agire per un cambiamento invece di chiudersi in un «ghetto di pietà». «Mike era grosso ma gentile, aveva un cuore grande», ha sottolineato Ewing dopo le polemiche scatenate dall'articolo pubblicato oggi sul New York Times dove si sostiene che Michael non sarebbe stato poi quell'angelo che familiari e amici dipingono, sottolineando il suo uso di droga e alcol.