Editoriale

Per uscire dall'angolo tagliamo subito le tasse sulla casa

Maurizio Belpietro

Secondo un’indagine della Confartigianato abbiamo i mutui più cari d’Europa, del 36 per cento superiori a quelli praticati da altri Paesi, e le tasse sugli immobili più pesanti del continente, con una crescita del 107 per cento negli ultimi due anni. I due primati negativi sono sicuramente alla base del crollo del mercato immobiliare, che non soltanto ha visto dimezzarsi le compravendite di abitazioni dal 2011 ad oggi, ma ha anche ridotto di un terzo e più il valore delle case. Qualcuno potrebbe pensare che la questione riguardi esclusivamente gli addetti al settore, agenti immobiliari e costruttori, e invece no, perché il mattone è da sempre la vera grande industria di questo Paese e gli effetti si misurano sull’intera economia. Un po’ in quanto il numero di addetti è superiore a quello di qualsiasi altra grande industria, case automobilistiche comprese, e un po’ perché il tetto è più di qualsiasi altra cosa il vero tesoretto degli italiani. Chiunque nel passato avesse la possibilità di risparmiare un po’ di quattrini non li infilava sotto il materasso o comprava azioni e diamanti, ma fino a ieri li usava per acquistare l’alloggio in cui intendeva andare a vivere con la famiglia. Avere un appartamento o una villetta a schiera era considerato  rassicurante e anche un buon investimento per il futuro, quasi una sorta di pensione assicurata e non a caso, raggiunta una certa età e volendo conservare una certa tranquillità, in molti vendevano la nuda proprietà, ossia cedevano i muri conservando il diritto di abitarvi.   Continua a leggere l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi, domenica 17 agosto o sull'edizione digitale