ACCELERATORE LINEARE DI PROTONI
Dalla ricerca nuove speranze per le nuove cure in oncologia
Ogni anno, in Italia, circa 120 mila pazienti oncologici vengono irradiati con raggi X per la cura di un tumore; le sedute di radioterapia sono spesso precedute o seguite da un intervento chirurgico e da una chemioterapia. Secondo l’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica AIRO, il 10% di questi pazienti avrebbe maggiori probabilità di miglioramento e guarigione se l’irradiamento venisse fatto con fasci di protoni, anziché con un fascio di raggi X, perché i protoni possono essere diretti con precisione millimetrica sul ‘bersaglio tumorale’, risparmiando in modo significativo i tessuti sani circostanti. In Italia vi sono attualmente solo tre Centri di protonterapia (a Pavia - dove sono accelerati anche ioni carbonio che, come i protoni, sono definiti ‘adroni’, da cui ‘adroterapia’ - a Catania e a Trento) perché gli usuali acceleratori circolari, detti ciclotroni e sincrotroni, sono pesanti e ingombranti, oltre che costosi. Fondazione TERA (che ha progettato e fatto approvare nel 2002 il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia CNAO), per superare la scarsità di Centri e le conseguenti criticità ha sviluppato e brevettato in parallelo la tecnologia per nuovi acceleratori lineari di protoni, che sono leggeri e irradiano i tumori con altissima precisione. Dalle potenzialità di protonterapia e adroterapia nasce il Progetto sostenuto da Fondazione Just Italia con un contributo di 300mila euro che punta alla realizzazione di una nuova apparecchiatura per irradiazioni con protoni leggera, di piccole dimensioni e meno costosa, così che se ne possano dotare più Ospedali, rendendo le cure disponibili per un numero molto più elevato di pazienti, inclusi quelli pediatrici. Fondazione TERA – ulteriore aspetto che rende questa iniziativa di particolare interesse – dispone di un proprio Laboratorio di ricerca presso il CERN di Ginevra, ed è proprio qui che ha preso il via il nuovo progetto. Le fasi del progetto. Nella prima fase del lavoro è stato completato il disegno di un nuovo centro diagnostico e terapeutico il cui cuore è costituito da due acceleratori connessi in cascata. Il primo è un piccolo acceleratore circolare (‘ciclotrone’) da cui escono quattro fasci di protoni; il secondo è un acceleratore lineare (‘linac’) che accelera moltissimo i protoni di uno dei 4 fasci del ciclotrone. È con questo specifico fascio terapeutico che saranno irradiati i malati di tumore, tra cui anche i bambini , per i quali i vantaggi dei protoni rispetto ai raggi X sono più rilevanti che per gli adulti perché i tessuti sani devono ancora crescere e ogni irradiamento è nocivo. La nuova tecnologia consentirà infatti di prevenire l’insorgere di complicazioni o danni collaterali anche a distanza di anni, un aspetto vitale per i pazienti pediatrici. Al progetto lavorano già a pieno tempo otto giovani fisici e ingegneri di TERA (per la maggior parte italiani), coadiuvati da esperti del CERN che collaborano a titolo volontario e da alcuni dipendenti che svolgono attività part time. Alcuni giovani ricercatori hanno lasciato posti di lavoro permanenti presso importanti industrie per partecipare alle attività di TERA che hanno una forte motivazione sociale, e sviluppare esperienze al CERN, il più grande laboratorio di fisica del mondo. E ci piace sottolineare che, in questo caso, non si tratta di una ‘fuga di cervelli’, perché il CERN è un laboratorio le cui attività vengono finanziate anche con contributi consistenti del Governo italiano. Nel progetto del nuovo ‘Acceleratore compatto per adroterapia’, i tre fasci ad alta corrente prodotti dal ciclotrone bombardano speciali bersagli e producono sostanze radioattive (‘radioisotopi’) che si concentrano su alcuni tipi di tumore e consentono diagnosi sempre più precise. Negli ospedali italiani sono in genere in funzione ciclotroni da 15-18 milioni di elettronvolt; il ciclotrone del Centro progettato da TERA ha energia più elevata (24 milioni di elettronvolt) e produce radioisotopi ‘esotici’, non ancora prodotti nel nostro Paese, ampliando così le capacità diagnostiche e, di conseguenza, le possibilità di successo della cura. La nuova apparecchiatura, inserita nel Progetto cui collabora Fondazione Just Italia, prevede tempi di realizzazione relativamente brevi (max 1,5/2 anni), imprimerà una notevole accelerazione alla ricerca in campo oncologico e potrà ridare speranze a molte famiglie. Per questo, l’iniziativa è stata denominata “Futuro senza confini”, affidando alle potenzialità della Ricerca le attese di vita e di futuro di migliaia di persone. Fondazione Just Italia. La Onlus nasce nel 2008 su iniziativa di Just Italia Srl, società veronese ai primi posti nella vendita a domicilio di cosmetici naturali. La Fondazione finanzia progetti di solidarietà sociale, tutela ambientale e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Ogni anno sostiene un grande Progetto nazionale di Ricerca Medico Scientifica prevalentemente destinato ai bambini e una serie di iniziative locali sul territorio, con un finanziamento che si attesta mediamente su 400mila euro all’anno. Il Progetto di Responsabilità Sociale 2014, che vede Fondazione Just Italia a fianco di Fondazione TERA, potrà ridare speranze e futuro a molte famiglie; per questo è stato denominato “Futuro Senza Confini” ed è partito con la promozione di un “Miniset benefico” contenente 3 cosmetici naturali che Just ha affidato ai propri incaricati alle vendite (oggi ben 21.500 in Italia), per contribuire alla raccolta fondi. L’importo che Fondazione Just Italia si è impegnata comunque a devolvere è di € 300mila, il più elevato mai stanziato fino ad ora. Nelle parole di Marco Salvatori, presidente di Fondazione Just Italia, la soddisfazione per il concreto avvio del Progetto: «è una sfida che consente un grande avanzamento in ambito oncologico: per questo ci auguriamo di dare un contributo concreto all’evoluzione delle terapie per i malati di tumore”. Medesima soddisfazione da parte del professor Ugo Amaldi, Presidente di TERA: «grazie al sostegno e alla collaborazione di Fondazione Just Italia, il nostro team che lavora presso il CERN di Ginevra è impegnato nella realizzazione di una macchina di ultimissima generazione per la terapia dei tumori solidi, ma che puntiamo a rendere più “accessibile” così che molti Centri Ospedalieri possano dotarsene, rendendo disponibili le nuove terapie per un numero elevato di pazienti». www.fondazionejustitalia.org