La svolta

Israele, 17enne palestinese bruciato vivo: arrestati 6 ebrei, "movente nazionalista"

Giulio Bucchi

Movente "nazionalistico": con questa accusa la polizia israeliana ha arrestato sei ebrei ritenuti responsabili dell'omicidio di Muhammed Abu Khdeir, il 17enne palestinese bruciato vivo giovedì mattina in una foresta nei pressi di Gerusalemme. "Sono soddisfatta, ma non riesco ad avere pace nel mio cuore - ha commentato la madre del ragazzo, Suha -. Gli faranno solo delle domande e poi li lasceranno liberi, dovrebbero invece trattarli come trattano noi, demolendogli le case". Poche ore prima della svolta, il presidente di Israele Shimon Peres aveva promesso: "Andremo in fondo a questa tragedia, i colpevoli saranno puniti dalla giustizia". "Un omicidio è un omicidio - aveva sottolineato Peres da Sderot, la città più martoriata dal lancio di razzi dalla striscia di Gaza da parte di Hamas -, non c'è differenza fra sangue e sangue, e chi lo commette è un assassino che deve essere punito con tutta la forza della legge, che sia arabo o israeliano". A Hebron, invece, è stato arrestato Hossam Dufesh, un palestinese ritenuto dagli inquirenti un "complice" nel rapimento dei tre ragazzi israeliani rapiti in Cisgiordania.