Il caso
Papa Francesco scomunica i mafiosi, nel carcere di Larino i detenuti protestano: niente messa
"Nessuna rivolta: i detenuti sono persone serie". Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, commenta così con l'agenzia Adnkronos la protesta di 200 detenuti della Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino (Campobasso) di non partecipare alla messa dopo la scomunica di Papa Francesco ai mafiosi. Vogliono capire, spiega Monsignor Bregantini, il senso delle parole pronunciate due settimane fa dal Pontefice nel suo viaggio in Calabria: "Coloro che nella loro vita hanno questa strada di male, i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati", aveva detto Francesco. "Se siamo scomunicati, a Messa non vale la pena andarci", è stata la protesta dei carcerati. Il confronto con il vescovo - "I detenuti - rimarca l'arcivescovo di Campobasso - si interrogarono seriamente sulle parole di Papa Francesco, che prendono in grande considerazione, e hanno chiesto di capire bene il pensiero del Santo Padre. Per questo hanno interpellato il cappellano del carcere di Larino e il vescovo di Termoli, Gianfranco De Luca". "Il loro atteggiamento - conclude monsignor Bregantini - merita grande rispetto perché dimostra quanto sia preziosa la parola del Papa". "E' una cosa sorprendente che conferma quanto il Papa parlando, incida nelle coscienze, perché la Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino si è messa in ribellione di fronte a questa frase - ha proseguito Monsignor Bregantini -. Ne hanno parlato con il cappellano; quest'ultimo questa mattina ha invitato il vescovo al carcere per parlare e spiegare il senso dell’intervento del Papa".