Toghe contro
Procura di Milano, da Robledo altro esposto contro Bruti Liberati
La vicenda sembrava conclusa, quando il 19 giugno scorso, il Consiglio superiore della magistratura, con il voto a maggioranza del plenum, aveva chiuso lo scontro alla procura di Milano: archiviazione con invio gli atti ai titolari dell’azione disciplinare. Ma la querelle che oppone il procuratore aggiunto, Alfredo Robledo al capo Edmondo Bruti Liberati torna all’attenzione di Palazzo dei Marescialli. Un nuovo esposto, inviato da Robledo nei giorni scorsi, è stato trasmesso oggi dal comitato di presidenza alla settima commissione, competente per l’organizzazione degli uffici. Dopo le accuse di irregolarità da parte del procuratore capo nell’assegnazione dei fascicoli di inchieste importanti, da Ruby al San Raffaele, da Sea-Gamberale al caso Podestà a Expo, la seconda denuncia di Robledo riguarda solo quest’ultimo caso, e in particolare la sua esclusione dagli interrogatori ad Angelo Paris, ex capo dell’area contratti di Expo, e Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture lombarde, nell’ambito del filone relativo ai lavori della ’Piastrà. Robledo, capo del pool per i reati contro la pubblica amministrazione, coassegnatario del procedimento, fa riferimento alle disposizioni contenute in una mail con la quale Bruti Liberati affida gli interrogatori a tre pm, Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, ai quali l’inchiesta era stata riassegnata, ma non a lui. Disposizioni il cui scopo, scrive Robledo nell’esposto, «è quello di escludere me». Una decisione giudicata «illegittima».