La critica
Rai, Saviano: "Bisogna cambiare tutto"
Dopo aver raggiunto l'apice del successo grazie a Che tempo che Fa con l'amico Fabio Fazio, Roberto Saviano mette nel mirino la Rai e processa viale Mazzini. Su l'Espresso, Saviano analizza il servizio pubblico e mette nel mirino i dirigenti Rai: "Io sogno una televisione pubblica che comprenda che i telespettatori sono meglio di quanto chi pianifica i palinsesti creda. Che con la crisi le rendite di posizione sono finite e che il servizio pubblico dovrà guadagnarsi ogni giorno la propria ragion d’essere". Saviano e Dario Fo - Poi Saviano ha la ricetta per "rinvigorire" la Rai: servono più "spettacoli di Franca Rame e Dario Fo". "Il loro teatro non è regionale, ma universale e comprensibile a tutti. Il loro teatro è di tutti. 'Sì, ma non fa share'. Sciocchezze. Se si torna a stimolare il pubblico, ormai abituato solo ai frastuoni della politica e a fiction-teleromanzi, la risposta ci sarà. Il trucco dello share regge ancora, ma per quanto? La tv è cambiata, i canali triplicati, eppure i valori dello share non mutano. In tutto il mondo lo share è calcolato a settimana, al mese, a trimestre. Da noi resiste ancora l’estorsione dello share tutti i giorni, arma di ricatto della politica aziendale per smontare o sostenere una trasmissione. Quando verrà abolito il racket-auditel?", afferma Saviano. Nostalgia canaglia - Infine una nota nostalgica: "Oggi vorrebbero farcelo dimenticare. Ma un tempo è esistita una televisione pubblica che sapeva fare cultura, varietà e informazione di qualità. Malgrado fosse lottizzata. Se volesse, potrebbe ricominciare. Anche subito". Magari con Roberto ancora tra i palinsesti accanto a Fazio...